Sabato 12 Ottobre 2024
Fabio Lombardi
Fabio Lombardi
Economia

In pensione più tardi nel 2025? L’idea di Giorgetti

Il ministro dell’Economia ha affermato che il governo sta studiando un meccanismo di incentivi per ritardare l’uscita dal mondo del lavoro e sui tagli ai ministeri: “O lo fanno loro o farò il il cattivo”

Roma, 12 ottobre 2024 – Andare in pensione più tardi, almeno per chi lo vorrà. E’ quanto sta studiando il ministro Giorgetti insieme al Governo.

In pensione più tardi

In sostanza il Governo starebbe studiando un meccanismo (non nuovo) di incentivi che permetterebbe vantaggi (guadagnare di più) per chi, nonostante abbia già raggiunto l’età pensionabile (67 anni indipendentemente dai contributi), voglia rimanere ancora al lavoro.

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Incentivi fiscali

Al governo "stiamo perfezionando quelli che sono gli incentivi di carattere fiscale a chi vuole rimanere sul luogo di lavoro. Questo risponde non semplicemente a un’esigenza di finanza pubblica, ma se vogliamo anche a quello che è anche il desiderio di realizzazione delle persone che ritengo di essere più utili a lavorare che ad andare in pensione", ha detto il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti intervenendo alla "Festa dell'ottimismo" del quotidiano Il Foglio.

Il problema professionalità

 "Lo dico anche con riferimento a determinate qualifiche che nel mondo pubblico cominciano a diventare assai difficili da rimpiazzare e da colmare, soprattutto quelle di carattere tecnico – ha proseguito –. Io credo che questo tipo di libertà sia qualcosa che va nell’interesse sia" dei singoli che del pubblico.

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Linea storica della Lega

"Questa è la linea storica della Lega su cui (il vicepremier e segretario Matteo) Salvini concorda e che fa riferimento alle vecchie misure adottate da Maroni all’epoca. Che ribadisco: vanno perfezionate e che, se diciamo accettate o condivise, porteranno anche a quello che è un'età media più elevata di pensionamento.

Tre su 10, l’esempio di Giorgetti

Certo, su 10 persone magari 7 ambiscono a tutti costi andare in pensione e 3 magari vogliono continuare a lavorare. E prendono uno stipendio che sicuramente è più alto della pensione e magari su quello stipendio lo Stato può accettare di rinunciare a dei contributi per dare una soddisfazione economica supplementare. Quindi – ha concluso – è un meccanismo che secondo me rimette la libertà personale ma nel beneficio collettivo".

Tagli ai ministeri

"Ho preannunciato a tutti i miei colleghi, bisogna fare sacrifici e rinunciare a qualche programma, magari totalmente inutile”. Dopodiché, “se non presenteranno proposte al ministro dell'Economia toccherà fare la parte del cattivo e provvederà lui”, ha detto Giogetti. “Tutti quanti chiedono, a volte puoi dire di sì, altre volte bisogna dire di no”.