Roma, 31 gennaio 2024 – Giovedì 1 febbraio saranno versate sui conti correnti bancari e si potranno cominciare a ritirare in Posta le pensioni. Un assegno che, per alcuni, potrebbe essere un po’ più magro a causa dei conguagli Irpef. Ma cerchiamo di fare un po’ di ordine e spiegare cosa succede.
Il pagamento delle pensioni di febbraio
Le pensioni saranno versate sui conti correnti a partire da giovedì 1 febbraio. Come sempre infatti l’accredito avviene nel “primo giorno bancabile del mese”, vale a dire il primo giorno feriale del mese. Non si preoccupi che il 1° febbraio non vedrà la cifra comparire sull’home banking. Spesso (a seconda della banca) può capitare che ci vogliano uno o più giorni perché compaia nella lista dei movimenti.
Il cedolino online
Come ogni mese i pensionati (in questo caso già a partire dal 22 gennaio) possono controllare il cedolino online. Basta collegarsi nella apposita sezione del portale Inps e accedere con le credenziali Spid (identità digitale), Cie (Carta d’identità elettronica) e Cns (Carta nazionale dei servizi, meglio nota come tessera sanitaria)
Ritiro della pensione in Posta
Per quanto riguarda il ritiro della pensione agli sportelli degli uffici postali, c’è una novità. Dopo l’emergenza Covid per la quale era stato istituito un calendario di ritiro in base alle iniziali del cognome (secondo uno schema: dalla A alla C in primo giorno dalla D alla F il secondo e così via) questa modalità non sarà più attuata.
La novità post Covid
Tutte le pensioni potranno essere ritirate in posta a partire dal 1 febbraio. “Le pensioni saranno in pagamento da giovedì 1 febbraio. Per evitare assembramenti e tempi di attesa superiori alla media, consigliamo a tutti i pensionati, ove possibile, di recarsi a ritirare la pensione in tarda mattinata o durante le ore pomeridiane privilegiando i giorni successivi ai primi”, la comunicazione di Poste Italiane.
Niente aumenti
Il rateo della pensione del mese di febbraio non vedrà aumenti. Anzi, alcune pensioni saranno più basse rispetto ai mesi successivi a causa dei conguagli Irpef 2023.
I “tagli” alle pensioni
Nella pensione di febbraio (come successo a gennaio) l’Inps ha trattenuto i conguagli Irpef . “A fine anno è stato effettuato il ricalcolo a consuntivo delle ritenute erariali relative al 2023 (Irpef e addizionali regionali e comunali a saldo) sulla base dell’ammontare complessivo delle sole prestazioni pensionistiche erogate dall’Inps”, si legge nella circolare diffusa dall’Istituto nazionale di previdenza sociale.
L’Inps chiede “i soldi indietro”
“Se nel corso del 2023 sulla pensione sono state applicate mensilmente ritenute erariali in misura inferiore a quanto dovuto su base annua, l’Inps deve recuperare le differenze a debito sulle rate di pensione di gennaio e di febbraio 2024, trattenendo il debito anche fino alla capienza totale dell’importo del rateo pensionistico in pagamento”, precisa l’Inps.
Restituzione a rate
Come detto la restituzione dei soldi avuti in più viene effettuata nei mesi di gennaio e febbraio, ma in alcuni casi si può spalmare fino a novembre. Quando? “Nel solo caso di pensionati con importo annuo complessivo dei trattamenti pensionistici fino a 18mila euro, per i quali il ricalcolo delle ritenute erariali ha determinato un conguaglio a debito di importo superiore a 100 euro (vale a dire che devono restituire più di 100 euro ndr), la rateazione viene comunque estesa fino alla mensilità di novembre”, spiega l’Inps.
Le addizionali Irpef
Sempre l’Inps specifica che “per quanto riguarda le prestazioni fiscalmente imponibili, anche sul rateo di febbraio, oltre all’Irpef mensile, vengono trattenute le addizionali regionali e comunali relative al 2023. Si ricorda che le addizionali regionali e comunali vengono recuperate in 11 rate, da gennaio a novembre dell’anno successivo a quello cui si riferiscono”.
Le pensioni esentate
Le prestazioni di invalidità civile, le pensioni o gli assegni sociali, le prestazioni non assoggettate alla tassazione per particolari motivazioni (detassazione per residenza estera, vittime del terrorismo) non subiscono trattenute fiscali.
Nuove aliquote Irpef da aprile
La pensione di aprile vedrà invece una grossa novità. “Si comunica – spiega la circolare dell’Inps – inoltre che la tassazione delle pensioni sarà adeguata ai nuovi scaglioni di reddito e alle nuove aliquote Irpef, introdotte dal decreto legislativo n. 216 del 31 dicembre 2023 (legge di Bilancio ndr), dalla mensilità di aprile 2024 sulla quale sarà corrisposto anche il conguaglio riferito alle mensilità precedenti.
Le nuove aliquote sono:
- 23% per redditi fino a 28.000 euro
- 35% da 28.000 euro fino a 50.000 euro
- 43% oltre 50.000 euro.
In sostanza il governo Meloni le ha ridotte a tre (prima erano 4) estendendo l’aliquota del 23% fino ai 28mila euro. Prima era solo fino ai 15mila euro. Dai 15mila ai 28mila si applicava una tassazione al 25%.