Lunedì 6 Gennaio 2025
CLAUDIA MARIN
Economia

Pensioni: i nodi età e contributi. Opzione donna (ristretta) per le nate fino al 1965

Tutti i vincoli e i meccanismi per calcolare quanti anni servono per lasciare il lavoro. Può accedere all’anticipata chi ha iniziato a lavorare nel 1982 o a inizio 1983

Nella foto d’archivio, manifestazione dei sindacati sulle pensioni

Nella foto d’archivio, manifestazione dei sindacati sulle pensioni

Roma, 5 gennaio 2025 – Chi, quando e come potrà lasciare il lavoro nel corso dell’anno appena cominciato o nel 2026 per effetto delle cosiddette “finestre mobili”? Quanti anni dovrà avere di età e quanti di contributi? E, dunque, quando dovrà essere nato e quando dovrà aver cominciato a lavorare? Una risposta, tra vincoli, paletti e meccanismi più o meno astrusi, la diamo utilizzando la bussola che segue.

Pensione di vecchiaia per i nati nel 1958

Coloro che sono nati nel 1958 (e negli anni precedenti) potranno lasciare il lavoro nel corso del 2025 quando compiono i 67 anni con almeno 20 anni di contributi: potranno ricevere la pensione dal mese successivo alla domanda, senza rinvii dovuti alle “finestre” (il tempo che passa dalla maturazione dei requisiti all’uscita effettiva).

Pensione anticipata: per chi lavora dal 1982

La pensione cosiddetta anticipata potrà essere conquistata nel corso del 2025 (anche in questo caso dal mese successivo alla domanda) dai lavoratori che hanno cominciato a lavorare nel 1982 e nei primi due mesi del 1983 (con 42 anni e 10 mesi di contributi) e dalle lavoratrici che hanno cominciato l’attività nel 1983 o nei primi due mesi del 1984 (con 41 anni e 10 mesi di contributi).

Quota 103 per i nati del 1962-‘63

A uscire nel 2025 con Quota 103 saranno di fatto soprattutto coloro che, nati nel 1962, hanno raggiunto i requisiti nel 2024, mentre i nati del 1963, che agganceranno la Quota nell’anno in corso dovranno attendere, quasi tutti, fino al 2026 per poter lasciare effettivamente il lavoro. Sempre che in entrambi i casi possano vantare anche i 41 anni di attività. I sessantaduenni del 2024 e del 2025 sono stati e saranno costretti in larga maggioranza a dover ritardare il pensionamento perché le cosiddette “finestre mobili” fanno slittare in avanti di 7 (per i lavoratori privati) o 9 (per i pubblici) mesi la conquista del primo assegno dal momento della maturazione dei requisiti. Il risultato è che nel 2025 potranno uscire nell’anno solo i lavoratori che raggiungeranno le condizioni richieste nei primi 5 mesi dell’anno, se privati, o nei primi 3, se pubblici.

Ape sociale per quasi tutti i nati nel 1962

Con il 2025 entrano nell’area di accesso all’Ape sociale i nati del 1962 (oltre che quelli degli anni precedenti che si dovessero trovare in una delle situazioni previste dalla formula), ma non tutti potranno utilizzare lo strumento. Il requisito dei 63 anni e 5 mesi fa sì che potranno effettivamente chiedere l’Ape sociale i nati nel ‘62 che compiono gli anni fino a luglio. I nati nei mesi successivi potranno conquistare l’assegno solo dal 2026. Mentre, anche in questo caso, nel 2025 usciranno coloro che hanno raggiunto i 63 anni e 5 mesi nella seconda metà del 2024.

Opzione donna per le nate fino al 1965

Potranno utilizzare questa via d’uscita, in presenza delle altre condizioni richieste (licenziamento, caregiver o invalidità), le lavoratrici nate dal 1963 al 1965 (a seconda che abbiano zero, uno o due figli) con 59-61 anni (e 35 di contributi) a fine 2024. La platea delle candidate continuerà a essere ristretta.

Canale “precoci” per chi lavora dal 1984

Nel 2025 il canale precoci consentirà di andare in pensione anticipatamente con 41 anni di contributi ai lavoratori dipendenti e autonomi, che abbiano lavorato prima dei 19 anni per almeno 12 mesi. Potranno lasciare il lavoro coloro che, a prescindere dall’età anagrafica, abbiano cominciato a lavorare entro il 1984. Sempre che rientrino nelle categorie dell’Ape sociale.

Chi svolge lavori usuranti o gravosi

Regole in parte o in larga parte differenti sono operative per coloro che svolgono attività usuranti, notturne o gravose. Sono previste riduzioni per l’età e per i contributi richiesti variabili in relazione all’effettiva attività svolta e alla sua durata negli anni. E, dunque, possono conquistare la pensione anche i nati successivamente al 1963 qualora rientrino in queste categorie.