Domenica 24 Novembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Pensioni, per le donne si studia l'anticipo di 4 mesi per ogni figlio

L'ipotesi è stata messa sul tavolo durante l'incontro tra il sottosegretario Durigon e i sindacati

Marina Calderone, ministra del Lavoro (ImagoE)

Marina Calderone, ministra del Lavoro (ImagoE)

Roma, 13 febbraio 2023 - Possibili novità nell'ambito della riforma delle pensioni. Al netto di Opzione donna, il governo sta studiando la possibilità di estendere i quattro mesi di anticipo per ogni figlio a tutte le forme pensionistiche per le donne. Possibilità finora prevista dalla riforma Dini solo per le lavoratrici nel contributivo pieno. L'ipotesi è stata messa sul tavolo nell'incontro tra l'esecutivo e i sindacati. "È stata vagliata la possibilità di anticipo in relazione al numero di figli, i sindacati propongono 12 mesi ed altri come Confindustria 4 mesi; noi abbiamo detto solo che sono ottime idee che valuteremo ma non sappiamo ora come si potranno concretizzare: dipende dalla consistenza economica della copertura", ha spiegato all'Agi il sottosegretario Claudio Durigon. Questo intervento equivarrebbe a 700 milioni di spesa in più e sarà quindi al centro di un incontro di valutazione insieme al Mef con cui il ministro del lavoro Marina Calderone è in stretto contatto. 

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Da parte del governo ci sarebbe l'intenzione di allargare la platea anche ai pensionandi con sistema misto. Per i giovani dalle carriere discontinue, invece, il ragionamento imbastito al tavolo di confronto sarebbe orientato a prevedere una integrazione al minimo in caso di pensioni basse al termine della carriera lavorativa. "Sono ancora tante le proposte al vaglio, oggi si è discusso di vari aspetti per venire incontro alle esigenze di donne e giovani", ha detto ancora Durigon. 

Sarebbe anche allo studio, come riferisce il segretario confederale Cisl, Ignazio Ganga, anche la possibilità di eliminare o ridurre in modo sostanziale il vincolo minimo di 1,5 volte l'assegno sociale per accedere alla pensione di vecchiaia nel sistema contributivo, "che attualmente limita in maniera sostanziale gli accessi al pensionamento, condizionando in particolare le donne e coloro i quali hanno avuto carriere frammentate". Una richiesta che trova spazio nella piattaforma che unitariamente Cgil Cisl e Uil hanno presentato al governo. E' stata inoltre confermata l'intenzione di riproporre la Commissione preposta ad analizzare la separazione della spesa previdenziale rispetto a quella assistenziale.

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