Le pensioni sono state al centro di diverse novità. È arrivata la conferma del bis di Quota 103 contributiva e il prolungamento di Ape sociale e Opzione donna nell’attuale formato. Inserita la detassazione del bonus Maroni per favorire il rinvio del pensionamento per chi è in possesso dei requisiti per l’uscita anticipata, compresa quella con 42 anni e 10 mesi di contribuzione (”41+10” per le donne) a prescindere dall’età. Le altre misure? Un ponte con la previdenza integrativa per raggiungere la soglia minima richiesta ai lavoratori integralmente contributivi per accedere alla pensione con 67 anni di età e 20 di contributi e anche in forma anticipata: 64 anni e 25 di versamenti (anziché i 20 previsti normalmente), che diventeranno 30 dal 2030. Uno sconto fiscale per i neoassunti che decideranno volontariamente di far salire, fino a un massimo di due punti percentuali, la quota di versamenti contributivi a loro carico per irrobustire il trattamento pensionistico futuro. E un micro-aumento delle pensioni minime, che arriveranno a 616,57 euro: attualmente sono a 614,77 (per effetto della maxi-rivalutazione scattata quest’anno). La stretta sui canali di uscita anticipata imposta dal governo con la manovra per il 2024 resta di fatto in vigore anche per il 2025.
EconomiaPensioni. C’è il bonus Maroni