Venerdì 22 Novembre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Pensioni, boom della simulazione Ape. Come funziona

A due giorni dall'avvio dell'operazione Ape a pagamento, sono oltre 90mila le simulazioni effettuate. La Lombardia la regione con più 'richiedenti' la pensione anticipata

Tito Boeri, presidente Inps (ImagoE)

Tito Boeri, presidente Inps (ImagoE)

Roma, 15 febbraio 2018 –  E’  boom delle  simulazioni  dell’Anticipo pensionistico volontario, come anche per le  domande di certificazione del diritto. A due giorni  dall’avvio dell’operazione Ape a pagamento, alle 17 di oggi, sono  oltre 90mila le simulazioni effettuate. Mentre le richieste di certificazione sono state poco meno di 2.500, esattamente 2.420.  

"Credo che il numero delle simulazioni - avvisa il Presidente dell’Inps, Tito Boeri - dimostri il fatto che questo strumento sia di grande valore, addirittura gli ultimi dati che ho visto ne facevano emergere circa 75mila (ma siamo a 90 mila, ndr). Ma noi vogliamo soprattutto fare una campagna di informazione e il fatto che molte persone utilizzino il simulatore per noi è un fatto importante".

In testa alla classifica provvisoria dei richiedenti l’Ape sono i residenti in Lombardia, con 442 domande. Seguono il Lazio, la Sicilia e la Campania. Dall’Emilia Romagna e della Toscana sono arrivate, al momento, 112 e 146 richieste di certificazione. 

Conviene rammentare, dunque, le condizioni per richiedere l’Anticipo pensionistico e le procedure da seguire. Lo possono chiedere i lavoratori, sia dipendenti sia autonomi, che raggiungono i 63 anni di età nel 2018 o i 63 anni e 5 mesi nel 2019 con 20 anni di contributi maturati. In sostanza, coloro che sono nati fino al luglio del 1956. Per gli anni successivi si dovrà attendere la proroga dell’Ape anche nel 2020. 

Il primo passo per ottenere il prestito è chiedere all’Inps la certificazione del diritto all’Ape con l’indicazione della pensione maturata, che deve essere almeno pari o superiore a 1,4 volte il trattamento minimo (quindi nel 2018 a 710,388 euro al mese). L’Inps, a sua volta, nel certificare il diritto (in concreto ci vorranno due mesi dalla domanda) indica anche l’importo minimo e massimo ottenibile: il minimo è 150 euro mensili per sei mesi di anticipo, il massimo non può superare il 75% del trattamento pensionistico mensile nel caso di anticipo superiore a tre anni; l'80% se la durata del prestito è tra i 24 e i 36 mesi, l'85% se la durata è tra 12 e 24 mesi e il 90% se è inferiore a 12 mesi. 

A quel punto, ottenuto il via libera dall’Inps si sceglie l'istituto finanziatore del prestito e l'assicurazione che farà un contratto contro il rischio di premorienza (per evitare ricadute sugli eredi) e si presenta la domanda di Ape contestualmente alla richiesta per la pensione di vecchiaia. La domanda viene trasmessa all'ente finanziatore che può respingerla motivatamente. Se accolta, il prestito verrà erogato in 12 rate mensili, senza tredicesima. 

La restituzione del prestito comincerà dal momento del pensionamento: le rate sono mensili (nel complesso 240) ed è esclusa la tredicesima che quindi non ha la decurtazione. E’ possibile l'estinzione anticipata del prestito o l'estinzione parziale con la definizione di una nuova rata di ammortamento. 

Vale la pena di sottolineare come, però, sul versante dell’Ape social (gratuito) le richieste accolte siano largamente inferiori alle attese. L’Istituto ha accolto solo un terzo delle domande presentate nel 2017, circa 28 mila su 85 mila. Sono rimaste fuori altre 10 mila, in attesa di verifica.