Venerdì 22 Novembre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Pensioni 2024, tagli alle rivalutazioni: aumenti ridotti per gli assegni. Ecco come cambiano le cifre

Prende forma la Manovra economica del Governo: per alcune fasce gli incrementi saranno inferiori all’erosione del potere d’acquisto causata dall’inflazione

Roma, 16 ottobre 2023 – La rivalutazione delle pensioni per il 2024 sarà basata sugli stessi tagli applicati anche quest’anno per gli assegni più elevati. Nessun colpo di scena dopo il Cdm che ha approvato la manovra 2024. 

E, dunque, per il secondo anno consecutivo saranno i pensionati con le rendite più alte a avere adeguamenti del reddito previdenziale all’inflazione al di sotto di quello che è stato il calo del potere d’acquisto reale subito nel corso dell’anno.

Le rivalutazione delle pensioni
Le rivalutazione delle pensioni

I tempi

Entro il 20 novembre sarà fissata con decreto del Ministro dell’Economia la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni. Successivamente, gli assegni andranno adeguati al nuovo indice.

Le rivalutazioni

Secondo le prime ipotesi, nel 2024 la rivalutazione potrebbe attestarsi al massimo sul 5,5% – 6%, più sul primo dato che sul secondo, anche per recuperare risorse che potrebbero essere utilizzate per far lievitare le pensioni minime.

Tagli come nel 2023

Ma il risparmio di spesa più consistente arriverà dalla conferma possibile nella legge di Bilancio dei tagli (agli aumenti, s’intende) praticati nel 2023 alle prestazioni più elevate. Vale la pena, dunque, mettere di nuovo in fila i termini della rivalutazione valida per quest’anno. Per il 2023 (e sarà uguale nel 2024) dal sistema degli scaglioni si è tornati al metodo delle fasce, che risulta più penalizzante sull’importo dell’assegno perché la sforbiciata si applica su tutto l’importo del trattamento.

Le fasce

Le 6 fasce attualmente valide sono:

  • 100% sulle pensioni fino a 4 volte il minimo (2.102 euro)
  • 85% sulle pensioni tra 4 e 5 volte il minimo (2.102-2.627 euro)
  • 53% sulle pensioni tra 5 e 6 volte il minimo (2.627-3.152 euro)
  • 47% sulle pensioni tra 6 e 8 volte il minimo (3.152-4.203 euro)
  • 37% sulle pensioni tra 8 e 10 volte il minimo (4.203-5.254 euro)
  • 32% sulle pensioni oltre 10 volte il minimo (sopra 5.254 euro)

Gli aumenti

Quale è stato e quale è l’impatto della rivalutazione nuova sugli assegni del 2023? E, dunque, quale sarà l’impatto probabile della nuova tranche di aumenti tagliati per il 2024?

Coloro che prendono fino a 2.102 euro di pensione lorda al mese non hanno subito tagli: l’aumento è stato del 7,3%, 73 euro in più mensili e 949 annui fino a mille euro, di 110 euro mensili e di 1.430 euro in un anno per trattamenti fino a 2 mila euro.

Nel 2024, l’aumento sarà ugualmente pieno, ma del 5,5 per cento.

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Le pensioni più alte

Coloro che hanno assegni sopra i 2.102 euro, hanno avuto incrementi sì, ma inferiori a quelli che avrebbero avuto se si fosse applicato il vecchio metodo. Gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo hanno ottenuto il 5,6% anziché il 7,3% di inflazione. Tra 5 e 6 volte il minimo: il 3,87%. Tra 6 e 8 volte il minimo: il 3,43%. Tra 8 e 10 volte il minimo: il 2,70%. Oltre 10 volte il minimo: il 2,34%. La stessa scaletta si ripeterà nel 2024, ma con una percentuale iniziale di aumento più bassa, pari al 5,5 per cento. E dunque, le altre percentuali saranno anch’esse più basse.

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