Roma, 8 settembre 2024 – L’ipotesi di permettere ai dipendenti pubblici di restare al lavoro anche dopo il raggiungimento dei requisiti richiesti per la pensione deriva dal progetto di superare le attuali regole che, a differenza del settore privato, fanno si che le Pubbliche amministrazioni facciano scattare la tagliola del pensionamento d’ufficio una volta raggiunti i 65 anni (con gli annessi anni di contributi richiesti). Ebbene, queste regole sono apparse, anche come accezione a quelle della riforma Fornero, nel biennio 2013-2014, durante i governi Letta e Renzi. Con due provvedimenti sono state limitate le possibilità di continuare a lavorare nella Pa, abolendo il cosiddetto trattenimento in servizio (che permetteva di restare al lavoro per altri due anni dopo l’età pensionabile) e prevedendo che la Pa potesse pensionare d’ufficio coloro che raggiungessero la massima anzianità contributiva (cioè 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne) e fissando il criterio che il limite ordinamentale per l’attività pubblica fosse a 65 anni di età, salvo che il lavoratore non avesse maturato il diritto alla pensione.
Traendo le somme, dunque, a oggi la Pa devono mandare in pensione d’ufficio a 65 anni coloro che hanno maturato un qualsiasi diritto alla pensione: in concreto coloro che a 65 anni hanno un livello di contributi come indicato in precedenza. Se si hanno 65 anni, ma non le altre condizioni relative ai contributi, si può rimanere oltre i 65 anni, fino a 67 anni, quando scatta la tagliola dell’età pensionabile. Salvo che il lavoratore non abbia raggiunto la soglia minima dei 20 anni di contributi: in tale circostanza, si potrà rimanere fino a 71 anni per arrivare a 20 anni di versamenti.
Regole specifiche valgono per le forze di polizia e per determinate categorie di dipendenti pubblici. La risoluzione d'ufficio arriva al compimento del 70° anno di età per i magistrati, gli avvocati e procuratori dello Stato, i professori universitari perché il limite di permanenza in servizio è più alto di 5 anni rispetto alla generalità degli altri dipendenti pubblici. Un caso ulteriore è quello dei medici e degli infermieri, che hanno a loro volta altri limiti.