Giovedì 21 Novembre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Pensioni e contributi figurativi, cosa sono e come funzionano

I meccanismi della copertura previdenziale nei periodi in cui, per necessità particolari, non si lavora

Vi sono situazioni della carriera lavorativa o della vita nelle quali non si lavora ma che non per questo fanno perdere la copertura previdenziale.

Il calcolo della pensione
Il calcolo della pensione

I relativi contributi sono chiamati figurativi perché sono riconosciuti per questi periodi senza che si debba sborsare un euro. In particolare, i contributi di cui parliamo possono servire:

  • “a copertura”: per “coprire”, appunto, un periodo privo di contribuzione considerato meritevole di essere “garantito” per la pensione
  • “ad integrazione”: per aggiungere contributi per un periodo durante il quale vi sono stati versati in misura ridotta
  • “ad incremento”, nel caso di attività lavorativa agricola, per la quale la contribuzione è più bassa.

Facciamo subito un’altra premessa. Per alcune circostanze i contributi figurativi sono attribuiti automaticamente dall’ente previdenziale o, come si dice, d’ufficio. Per altre situazioni, invece, l’accredito avviene solo su impulso o domanda. Partiamo da questi ultimi e vediamo a quali periodi si riferiscono.

Quando si deve chiedere di “figurare”

Se si è – o si è stati - lavoratori dipendenti o autonomi, sono accreditati su richiesta – che si potrà fare in qualsiasi momento, anche alla vigilia del pensionamento - i periodi che riguardano le seguenti vicende della vita lavorativa e no:

  • il servizio militare e il servizio civile
  • la malattia e l’infortunio, per un massimo di 22 mesi nell’intera vita lavorativa
  • le assenze dal lavoro per donazione di sangue (con accredito d’ufficio per quelle successive al maggio del 1990, quando la regola è cambiata)
  • il congedo per maternità durante il rapporto di lavoro (è quella che si chiamava astensione obbligatoria per gravidanza e puerperio), per un totale di 5 mesi, salvo anticipazioni o prolungamenti autorizzati per gravidanze “difficili”
  • la maternità al di fuori del rapporto di lavoro corrispondente al “normale” congedo per maternità, ma solo se avete comunque cinque anni di attività lavorativa dipendente alle spalle
  • il congedo parentale (la ex assenza facoltativa post partum), valido anche per i casi di adozione e affidamento, fino a tre anni di età del bambino, per dieci o undici mesi in totale tra i due genitori; o anche per periodi più lunghi o tra i tre e gli otto anni di età del bambino, ma con contributi figurativi ridotti
  • i riposi giornalieri (gli ex permessi per allattamento)
  • le assenze dal lavoro per malattia del bambino fino a tre anni di età del bambino; o anche tra i tre e gli otto anni, ma con contributi figurativi a valore ridotto
  • il congedo per gravi motivi familiari
  • i permessi retribuiti per assistere familiari gravemente disabili, per 3 giorni al mese
  • l’aspettativa per lo svolgimento di funzioni pubbliche elettive o per l’assunzione di cariche sindacali.

Attenzione. Dalla fine del 2007, i contributi figurativi per congedo per maternità (o per paternità) sono riconosciuti anche se si è lavoratrici parasubordinate (collaboratrici a progetto), “associate in partecipazione”, professioniste con partita Iva iscritte alla gestione separata, sempre che abbiate titolo alla relativa indennità per maternità.

A chi e come si dovrà far domanda per “figurare”

Perché vengano attribuiti i periodi appena indicati si dovrà presentare – ripetiamo, in qualsiasi momento - una specifica domanda all’ente previdenziale, allegando la documentazione necessaria a provare la situazione che dà titolo all’accredito. Nel caso dell’Inps, come diremo meglio nel capitolo ad hoc, si potrà farlo anche attraverso Internet. Attenzione. Si potrà chiedere l’attribuzione di contributi figurativi “passati” e non conteggiati anche se si è superstiti del pensionato o del lavoratore deceduti.