Roma, 30 ottobre 2023 – Confermata, sia pure con qualche penalizzazione Quota 103, dopo un tentativo rientrato di passare a Quota 104, anche Ape sociale e Opzione donna saranno prorogate per un altro anno. E, dunque, a questo punto è possibile individuare, tra soluzioni vecchie e nuove, le formule o le vie d’uscita per la pensione nel 2024.
Sommario
Quota 103 corretta
E’ la possibilità di uscita prevista per il 2023 e confermata per il 2024. I lavoratori privati e pubblici, dunque, potranno andare in pensione l’anno prossimo con almeno 62 anni di età e 41 di contributi. Ma, rispetto alla Quota 103 attuale, ci sono differenze. La finestra, il lasso di tempo tra la maturazione dei requisiti e l’uscita effettiva, è di 7 (e non più tre) per i privati e di 9 (e non più sei) per i pubblici: il che significa che nel 2024 potranno lasciare il lavoro concretamente i nati fino a aprile prossimo.
E’ fissato il divieto di cumulo con altri redditi da lavoro oltre i 5 mila euro. La nuova Quota, per di più, vedrà penalizzato l’importo dell’assegno perché sarà calcolata solo con il contributivo, anche per gli anni maturati nel retributivo. Chi andrà via, per giunta, potrà ottenere una pensione che non dovrà superare i 2250 circa euro mensili, fino all’età della vecchiaia. Ma, al contrario, chi resterà al lavoro potrà contare sul bonus Maroni, con l’aggiunta allo stipendio della fetta di contributi a carico del lavoratore, che non andranno più all’Inps, ma che il datore dovrà pagare direttamente al lavoratore.
Ape sociale
La manovra prevede anche la proroga per un anno dell’Ape sociale, che si può ottenere non più, però, dai 63 anni ma da 63 anni e 5 mesi con 36 anni (o con 30) di contributi, per coloro che si trovano in condizioni di disagio: disoccupati, coloro che assistono familiari disabili, persone con invalidità pari almeno al 74% e chi, svolge lavori gravosi (come, per esempio, operai edili, autisti di mezzi pesanti, badanti, infermiere ospedaliere, maestre d’asilo, macchinisti, addetti alle pulizie).
Opzione donna più stretta
Prorogata di un anno, ma con notevoli restrizioni, la cosiddetta Opzione donna. Potranno utilizzare la via di uscita (uscita anticipata ma pensione ricalcolata con il metodo contributivo, con una penalizzazione tra il 20 e il 25 per cento) le donne dipendenti e autonome con 35 anni di contributi e con almeno 59 e non più con 58 anni (se con due figli), con 60 e non più con 59 (se con un figlio) e con 61 e non più con 60 (senza figli) purché abbiano almeno 35 anni di contributi e rientrino in una delle seguenti categorie: invalide, caregiver, disoccupate.
Pensione di vecchiaia
Dal prossimo primo gennaio la pensione di vecchiaia si conquista, come per gli anni passati, a 67 anni di età. E la soglia dell’età pensionabile, frutto della riforma Fornero, vale per uomini e donne, dipendenti pubblici e privati, lavoratori autonomi. Serve anche un minimo di 20 anni di contributi.
Pensione anticipata
L’anzianità contributiva richiesta per il pensionamento anticipato nel 2024, come negli anni precedenti, è differente per gli uomini e per le donne. I lavoratori, a prescindere dal settore, devono raggiungere i 42 anni e dieci mesi di contributi. Le lavoratrici, anche in questo caso a prescindere dal settore, devono raggiungere i 41 anni e dieci mesi di contributi.
Anticipo precoci
Confermato anche l’anticipo per i precoci, i lavoratori che hanno cominciato a lavorare durante la minore età. E che possono accedere alla quota 41, a patto che prima dei 19 anni abbiano lavorato per almeno 12 mesi e che rientrino nelle categorie disagiate valide anche per l’Ape sociale.
Lavori gravosi
Per i lavoratori che svolgono attività considerate gravose (15 categorie, le stesse stabilite per l’Ape sociale e per l’accesso anticipato dei lavoratori precoci), senza che abbiano raggiunto i 36 anni di contributi, i requisiti di acceso alla pensione sono gli stessi del 2018, senza incrementi: 66 anni e 7 mesi di età.
Lavori usuranti
I requisiti per il pensionamento agevolato per i lavoratori che svolgono attività usuranti nel 2024 e fino al 2026 sono: quota 97,6 con almeno 61 anni 7 mesi di età e 35 anni di contributi. In sostanza, per i lavoratori che hanno svolto queste attività più pesanti di quelle gravose non scattano i rialzi dell’aspettativa di vita almeno fino al 2026.
Se vuoi iscriverti al canale WhatsApp di Qn clicca qui