Giovedì 19 Dicembre 2024
ANTONIO PETRUCCI
Economia

Le peggiori linee ferroviarie e metropolitane d’Italia secondo Legambiente

Cancellazioni, ritardi, lavori sospesi, convogli vecchi: da Nord a Sud i problemi della rete di trasporti in Italia secondo il report Pendolaria

Lo stato del sistema ferroviario italiano fotografato da Legambiente

Lo stato del sistema ferroviario italiano fotografato da Legambiente

Roma, 19 dicembre 2024 – E’ da sempre un tema caldo, sul quale dibattono governi e opposizioni, legislatura dopo legislatura. La costante negli ultimi decenni sembra una soltanto: in Italia il trasporto rimane sempre col freno a mano tirato, con forti differenze fra Nord e Sud, interventi mai adeguati e finanziamenti insufficienti secondo gli addetti ai lavori, pendolari scontenti e tanti disagi sia alla rete sia alle macchine circolanti.

Il Report Pendolaria

Sono questi i punti salienti del Report di Legambiente, che reputa insufficiente i 120 milioni previsti nella proposta di Legge di Bilancio 2025 per il Fondo Nazionale Trasporti. In valori assoluti, i finanziamenti nazionali per il trasporto su ferro e su gomma sono passati da circa 6,2 miliardi di euro nel 2009 a 5,2 miliardi nel 2024, un -36% se si considera l’inflazione di questi ultimi 15 anni. Un altro degli aspetti criticati dal report riguarda il fatto che l’87% degli stanziamenti infrastrutturali fino al 2038 riguarderanno il Ponte sullo Stretto, lasciando incomplete alcune opere mal concepite, come l’ovovia di Trieste e lo Skymetro di Genova, e interventi fondamentali fermi da anni, come la riqualificazione della Roma-Giardinetti e la tranvia Termini-Vaticano-Aurelio.

"Le risorse economiche necessarie per una efficace cura del ferro, ossia almeno 3 miliardi di euro aggiuntivi al Fondo Nazionale Trasporti, 500 milioni di euro l’anno per l’acquisto di treni regionali, 5 miliardi di euro per la costruzione e riqualificazione di linee metropolitane, tranvie e ferrovie suburbane, oltre a 200 milioni di euro all'anno per migliorare i servizi Intercity, sono recuperabili eliminando una parte dei sussidi alle fonti fossili – si legge nella nota dell’associazione – e abbandonando progetti inutili come il Ponte sullo Stretto di Messina e quelli dannosi per l’ambiente e l’economia, come nuove superstrade e autostrade in aree già dotate di queste infrastrutture".

Le peggiori linee d’Italia

Ritardi cronici, stazioni chiuse da anni e treni poco frequenti sono la sfida quotidiana dei pendolari che utilizzano le linee peggiori d’Italia. Tra le conferme le linee ex Circumvesuviane, segnata da avarie, soppressioni, tagli, sovraffollamenti; la Roma Nord-Viterbo che nel 2024 ha visto oltre 5.000 corse soppresse, la Milano-Mortara-Alessandria, che serve 19.000 persone al giorno, ed è caratterizzata da guasti frequenti e ritardi, e la Catania-Caltagirone-Gela di cui una tratta, la Caltagirone-Niscemi-Gela, è sospesa da ben 13 anni e mezzo.

Per la Roma-Lido si vede un leggero miglioramento ma sono ancora molti i problemi dei pendolari su questa linea. Tra le new entry: la rete di Ferrovie del Sud Est, il cui completamento delle opere di elettrificazione e potenziamento è in ritardo di anni; il Sistema Ferroviario Metropolitano di Torino che nel 2024 ha visto un preoccupante peggioramento dei livelli di efficienza e puntualità; la Avellino-Benevento, dove i lavori di elettrificazione dovevano terminare nel 2021, ma la scadenza è stata rimandata di anno in anno; la Torino-Cuneo-Ventimiglia-Nizza, con ripetute e quotidiane interruzioni del già scarno servizio; la rete di Ferrovie della Calabria, dove le due linee del taurense (la Gioia Tauro–Palmi–Sinopoli e la Gioia Tauro–Cinquefrondi) sono state sospese integralmente nel 2011 e giacciono in stato di abbandono; la Firenze-Pisa, che, nell’ultimo report disponibile di ottobre 2024, è stata la peggiore in affidabilità fra quelle toscane e la Vicenza-Schio, molto frequentata da studenti e da lavoratori, ma ancora a binario singolo e non elettrificata. Preoccupanti anche i tagli avvenuti negli ultimi anni dei collegamenti interregionali come quelli tra Torino-Bologna, Milano-Venezia e Milano-Ventimiglia.

Il Sud, il grande dimenticato: qui la situazione del trasporto su ferro resta critica: l’età media dei treni, pari a 17,5 anni, è ancora superiore a quella del Nord, dove si è scesi a 9 anni. Inoltre, la rete ferroviaria del Mezzogiorno è ancora in gran parte non elettrificata e sono diverse le linee dismesse come la Palermo-Trapani via Milo, chiusa dal 2013, o la Caltagirone-Gela, chiusa dal 2011 o quelle delle linee che da Gioia Tauro portano a Palmi e a Cinquefrondi in Calabria, il cui servizio è sospeso da 13 anni.

Qualche buona notizia c’è

Non mancano, però, le buone notizie come l’apertura della linea M4 a Milano, della linea 6 a Napoli e di un nuovo prolungamento della metro di Catania (a fronte però di una parziale dismissione della Circumetnea), e un miglioramento dell’età media dei treni (che scende a 14,8 anni rispetto ai 15,8 dell’anno precedente). Tra le buone pratiche, in Valle d’Aosta è stato introdotto un abbonamento unico da 20 euro al mese, che copre l’intera rete regionale. A Milano, la linea M4 collega l’aeroporto di Linate al centro città, evitando 3,7 milioni di spostamenti in auto all’anno. A Bologna è stato implementato un sistema di trasporto metropolitano integrato con abbonamenti unificati per l’intera regione Emilia-Romagna.