Roma, 5 febbraio 2025 – Alessandro Lanza (foto), docente di Economia alla Luiss di Roma, non è per niente sorpreso dalla reazione cinese ai dazi di Trump. "Mi verrebbe da dire: chi di dazio ferisce, di dazio perisce. La verità è che con le guerre commerciali stanno tutti peggio. Il sistema potrebbe funzionare se un Paese decide le tariffe e gli altri restano fermi. Invece, dal momento che tutti reagiscono, il risultato è che i prezzi dei beni finali aumenteranno e il sistema industriale soffrirà. È sempre la stessa storia, che si ripete dal Medioevo".
Ma quali saranno gli effetti della politica di Trump sull’economia cinese? Come si sa, l’interscambio commerciale fra gli Stati Uniti e Pechino ha superato quello con la Germania.
"Nel breve termine ci potrebbe essere un rallentamento del prodotto interno lordo. Ma si tratta di una fase che verrà recuperata nel giro di pochi mesi, forse sei al massimo. Del resto, gli Stati Uniti non hanno usato la mano pesante. Così come i cinesi".
Però, i dazi sull’energia non possono danneggiare settori importanti come quello dell’intelligenza artificiale? Una sorta di difesa contro DeepSeek?
"Non è così. Stiamo parlando di un intervento limitato. La verità è che siamo abituati a pensare ai cinesi come a un mercato governato soprattutto dalla legge dei grandi numeri. Invece, non è più così. La Cina è la più grande economia mondiale non solo perché ha un costo del lavoro molto basso, ma anche perché sa come produrre, ha linee di produzione fortemente automatizzate e, in più, ha acquisito un elevato know-how tecnologico. Inoltre, dispone di materie prime fondamentali per le industrie americane".
Ci sta dicendo che questa guerra commerciale danneggerà più Washington che Pechino?
"Credo che alla fine non cambierà nulla. I cinesi recupereranno l’export perduto e, alla fine, tutto finirà in una bolla. Si tratta più di una manovra politica, studiata per la pancia degli elettori che di un’operazione economica. Lo squilibrio fra Cina e Stati Uniti sarà recuperato nel giro di pochi mesi. Del resto, nessuno può pensare che ci possa essere un’escalation dei dazi, con una corsa al rialzo delle tariffe doganali. Ci sarebbe un danno incalcolabile per le economie mondiali".
I dazi, però, sono un’arma formidabile per ridisegnare la mappa geopolitica globale. Come cambieranno le cose?
"Io credo che l’obiettivo principale di Trump sia proprio quello di arrivare a una trattativa. L’interesse economico degli Stati Uniti è avere un mercato di compratori per i propri prodotti. E deve essere un mercato "aperto" e, per di più, composto da consumatori con redditi adeguati".
Ma qual è lo stato di salute dell’economia cinese?
"Nel 2024 il Pil ha raggiunto il 5%. C’è stato sicuramente un rallentamento, che potrebbe essere appesantito dai nuovi dazi americani. Ma si tratta di un’economia che sta reagendo ed è in salute. Quello che più preoccupa è l’incertezza sui mercati, determinata dalla politica di Trump. C’è molto nervosismo e questo non aiuta la crescita dell’economia".