Roma, 30 settembre 2024 – Pronti, via. Da domani, nei cantieri, scatta l’obbligo della cosiddetta “patente a punti”. Due gli obiettivi del Governo: migliorare la sicurezza sul luoghi di lavoro e ridurre l’area del sommerso. Ci sarà un periodo transitorio, fino al 31 ottobre, durante il quale si potrà chiedere la patente con un’autocertificazione da inviare via Pec all’Ispettorato del lavoro. Poi, dal primo novembre, si potrà lavorare nel cantiere solo con il nuovo documento digitale. La decisione di confermare la data del primo ottobre è stata assunta dopo il ritiro degli emendamenti al Dl Omninus, firmati sia dalla maggioranza che dall’opposizione, per un rinvio della misura. Una mossa che aveva fatto infuriare i sindacati del settore e che aveva spinto la stessa presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, a precisare che la previsione di una proroga non era necessaria, insistendo, invece, sulla necessità di ”procedure snelle per consentire alle imprese di adempiere rapidamente alle misure adottate dal Governo”. Ma ecco che cosa cambierà da domani sul cantieri.
Chi deve chiederla
I soggetti tenuti al possesso della patente sono le imprese e i lavoratori autonomi che operano “fisicamente” nei cantieri. Sono esclusi i soggetti che effettuano mere forniture o prestazioni di natura intellettuale (ingegneri, architetti, geometri). La domanda deve essere fatta online attraverso il portale dell’Ispettorato nazionale anche attraverso l’autocertificazione o la presentazione di dichiarazioni sostitutive. In caso di false informazioni si rischiano sanzioni penali.
Come funziona
Il meccanismo è simile a quello della patente di guida. Si parte da una base di 30 crediti che possono aumentare in caso di comportamenti virtuosi o in ragione della storicità dell’impresa o diminuire in caso di inadempienze. Fino alla sospensione o alla revoca per colpa grave. Ogni violazione accertata prevede una decurtazione di punti. Quando si scende al di sotto dei 15 crediti, il titolare non potrà operare in cantiere, salvo il completamento delle attività oggetto di appalto o subappalto in corso di esecuzione, a patto però che i lavori eseguiti siano superiori al 30% del valore del contratto. Le sanzioni sono previste non solo per chi continuerà a lavorare senza patente ma anche per il committente o il responsabile dei lavori che non abbia verificato il suo regolare possesso.
La revoca e la sospensione
La patente è revocata in caso di dichiarazione non veritiera sulla sussistenza di uno o più requisiti richiesti per il suo rilascio. Inoltre può essere sospesa, in via cautelare, in caso di infortunio mortale o da cui può derivare una inabilità permanente. La sospensione scatta quando si è verificata una colpa grave imputabile al datore di lavoro, al suo delegato o al dirigente e, nella pratica, quando il soggetto agisce (o omette di agire) con una coscienza chiara del pericolo ma senza adottare le specifiche misure volte a prevenire il rischio che ha determinato l’evento infortunistico. La sospensione può durare sino a 12 mesi.
Che cosa serve
Per il rilascio della patente sono richiesti una serie di requisiti: dall’iscrizione alla Camera di commercio all’obbligo delle attività formativa, dal possesso del Durc fino a quello di valutazione dei rischi e della certificazione di essere in regola con il fisco. Naturalmente, i requisiti cambiano a seconda delle categorie dei soggetti interessati.