Roma, 1 marzo 2024 – Nel biennio 2022-2023 agenzie di viaggio e tour operator hanno visto sfumare almeno 300 milioni di ricavi, pari a circa 167mila viaggi, perché i clienti non erano riusciti ad avere in tempo utile il passaporto. Questa la stima fatta da Astoi Confindustria Viaggi, Federazione Turismo Organizzato - Confcommercio (Fto), Fiavet - Confcommercio, Aidit Confindustria, Assoviaggi Confersercenti e Maavi Conflavoro Pmi. Per non dire dei danni per le imprese che non riescono a mandare manager e tecnici in gito per il mondo. E’ passato oltre un anno dai primi allarmi sul tema passaporti ma nulla sta cambiando; anzi, se possibile le cose peggiorano. E a Mestre, Fano e Merano si prende appuntamento per il 2025 mentre a Potenza si fa tutto in meno di una settimana.
In particolare, a Bari, Cosenza, Perugia non è possibile neppure prendere un appuntamento (ma nel capoluogo umbro ci si può mettere in fila il martedì mattina per l’apertura straordinaria dell’Ufficio passaporti dalle 8 alle 12 sperando di riuscire a prendere un numero) così come a Torino dove il lunedì mattina arrivano circa 500 posti prenotabili ma si esauriscono in un attimo; l’alternativa è mettersi in coda senza prenotazione dalle 9 alle 13 dal lunedì al venerdì e dalle 15 alle 18 il martedì.
Una situazione non degna di un paese civile e che non ha eguali in Europa. In Francia, ad esempio, le domande possono essere fatte al Comune di residenza così come in Germania, la rete per la richiesta del passaporto è capillarmente diffusa sul territorio. Regno Unito, Irlanda e Estonia dove si può fare la richiesta online e il tutto si conclude in un paio di settimane.
Ma perché siamo arrivati a questo punto? Innanzitutto ha inciso il boom delle richieste: in 21 città analizzate dal ministero dell’Interno, i passaporti lavorati nel 2022 erano stati 807.490 e nel 2023 sono aumentati a 1,191 milioni (+32,7%). Sono due le motivazioni addotte dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, per spiegare il collo di bottiglia che si è venuto a creare: la prima è l’incremento “eccezionale” delle richieste di rilascio post Covid visto che nel 2023 sono stati rilasciati 2,75 milioni di documenti, un milione in più rispetto a ciascun anno prepandemico. E l’aumento degli sportelli e del personale ha permesso a gennaio 2024 di rilasciare 250mila passaporti, contro i 190mila dello stesso mese del 2023 (ma evidentemente non basta). Il secondo motivo starebbe nelle difficoltà di ottenere la carta d’identità elettronica, che induce molti a chiedere il passaporto anche per esigenze diverse dall’espatrio. Per non dire che l’Italia ha i passaporti tra i più cari d’Europa (116 euro), ma si impazzisce anche a pagare visto che si devono versare 42,5 euro presso gli uffici postali e poi andare in tabaccheria per un altro contributo amministrativo di 73,5 euro.
Tornando ai tempi nelle varie città, a Milano l’agenda sulla piattaforma online è a 90 giorni mentre a Roma non se ne parla prima di fine maggio (ma vi sono tempi più brevi ad Anzio e Genzano), mentre a Firenze si aspetta dalle tre alle quattro settimane prenotando online (ma ci si può mettere in fila tutte le mattine e i pomeriggi di lunedì, mercoledì e venerdì). Siamo a oltre metà maggio ad Ancona (ma mentre si attendono pochi giorni a Macerata e a Fermo per chi risiede a Fano si tratta di aspettare fino a febbraio 2025 così come a Merano), a metà luglio a Campobasso, a Bologna si arriva a fine agosto, così come a Napoli e a Trento. Peggio ancora a Cagliari (siamo a novembre) mentre a Venezia siamo a inizio settembre a Marghera e però Mestre siamo già a fine gennaio 2025 e la questura di Bolzano non offre appuntamenti. Si prenota entro febbraio-marzo a Genova, Palermo, L’Aquila Aosta, Trieste e Potenza; e proprio in Basilicata si frantuma ogni record e si prenota in meno di una settimana.
Giorgio Costa