Roma, 5 luglio 2023 – Le agognate ferie si fanno sempre più vicine, ma quest’anno c’è un’altra ombra che incombe, minacciosa, sulle vacanze degli italiani diretti all’estero: è il caos passaporti, un fenomeno che persiste ormai da diversi mesi, pur avendo registrato qualche timido miglioramento nelle ultime settimane.
I tempi della procedura – in particolare, quelli richiesti dal primo appuntamento, necessario per aprire la pratica di rinnovo – sono drammaticamente lunghi, mettendo così a rischio la possibilità di raggiungere destinazioni remote e recarsi in altri continenti. E c’è chi finisce per rinunciare alla partenza: secondo uno studio commissionato dalla piattaforma Vamonos-vacanze.it, tour operator italiano specializzato in vacanze di gruppo, nei primi sei mesi del 2023 il caos passaporti ha fatto saltare già 167mila viaggi, con una perdita, per gli operatori, di circa 300 milioni di euro.
Italia a più velocità
Le lungaggini sono dovute principalmente al sistema digitale di prenotazione, che fissa gli appuntamenti anche a distanza di diversi mesi. Fto-Confcommercio, l’associazione dei tour operator, ha simulato una richiesta di appuntamento in varie città italiane sulla piattaforma della Polizia di stato, denominata ‘Passaporto online’ (accesso tramite Spid o Cie). Presentando l’istanza ieri, 4 luglio, il primo ‘slot’ disponibile a Roma è il 10 ottobre, a Napoli il 22 agosto, a Genova il 25 luglio. Più fortunati gli abitanti di Palermo: il primo appuntamento è oggi, a sole 24 ore dalla richiesta. Va assai peggio a Bari e a Monza, dove nessuna delle questure presenti in zona garantisce un appuntamento, neppure nel lungo periodo.
Le ragioni dei ritardi
I ritardi, aveva spiegato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in un’interrogazione parlamentare dello scorso febbraio, sono dovuti sia all’accumularsi di arretrati del periodo pandemico, sia alla Brexit – data la necessità di munirsi di passaporto anche per entrare in Gran Bretagna, meta molto frequentata dagli italiani – sia alle nuove regole entrate in vigore in alcuni Paesi, come il Marocco, che ora non accettano più la sola carta d’identità. "Le procedure sono diventate via via più complicate, scontrandosi, non di rado, con l’annosa carenza di personale nelle questure", è il commento di Gabriele Milani, direttore nazionale Fto-Confcommercio.
Le soluzioni
Se le questure corrono ai ripari con aperture straordinarie e appoggiandosi agli uffici anagrafe per velocizzare il processo (è accaduto, di recente, nell’Astigiano), numerose agenzie viaggi propongono destinazioni alternative, come la Tunisia o l’Egitto (che richiede, però, il visto d’ingresso). Ma il caos passaporti può essere anche un ottimo pretesto per andare alla scoperta dei cosiddetti ‘territori d’oltremare’ dei Paesi Ue: la Francia, ad esempio, conta ben 13 possibili destinazioni in tutto il mondo, a partire dalle isole caraibiche di Guadalupa e Martinica, quest’ultima definita ‘un paradiso terrestre’ dal pittore francese Paul Gaugain, al suo arrivo, nel 1887. Poi, le isole dell’oceano Indiano di Reunion e Mayotte e il territorio costiero sudamericano della Guyana francese, completamente soggetti alle leggi francesi, nonché la splendida Polinesia francese nel Pacifico meridionale. Anche i Paesi Bassi hanno sei mete caraibiche, annoverate come territori d’oltremare dall’Unione europea: tra queste, la celebre isola di Aruba, rinomata per le sue spiagge bianche e il clima gradevole - al riparo dagli uragani - di cui gode per l’intero arco dell’anno.