Venerdì 4 Ottobre 2024
EMILY POMPONI
Economia

Partita Iva forfettaria 2024: cosa cambia? Risponde l’esperto

Stop al cartaceo, dal 1° gennaio è scattata la e-fattura e chi supera la soglia dei 100mila esce dal regime con l’attivazione degli obblighi di Iva. Conviene per gli ordinari passare al regime agevolato?

Roma, 10 gennaio 2024 – Cambiano le regole per partite Iva con regime forfettario. Dal 1 gennaio 2024, infatti, i professionisti hanno detto addio alle fatture cartacee e, a partire dall’obbligo di fatturazione elettronica, sono andati incontro a tutta una serie di cambiamenti. Facciamo luce sul futuro dei forfettari con il dottore commercialista Salvatore Mannarino.

Partita Iva, foto generica
Partita Iva, foto generica

I requisiti

Come spiega il commercialista Salvatore Mannarino, le condizioni di accesso al regime agevolato restano uguali al 2023. Pertanto, i requisiti che deve soddisfare il lavoratore autonomo per aderire al regime forfettario, relativi all’anno precedente, sono i seguenti:

  • Ricavi o compensi annuali non superiori a 85 mila euro
  • L’ammontare complessivo delle spese sostenute per lavoro accessorio, lavoro dipendente e compensi a collaboratori, non deve superare i 20 mila euro (lordi)

Obbligo di fatturazione elettronica

Dal 1 gennaio 2024, inoltre, è scattato l’obbligo di fatturazione elettronica per tutti i professionisti. Restano tuttavia esclusi dall’obbligo tutti i professionisti sanitari, dunque medici, dentisti, psicologi, ecc. “Questo – spiega il commercialista – per una questione di protezione dei dati sensibili dei pazienti. Pertanto, nel 2024 i sanitari emetteranno la solita fattura cartacea o in pdf”.

Limite dei 100 mila euro in fattura

Nel corso del 2024, i forfettari che sforeranno i 100 mila euro di ricavi dovranno applicare l’Iva a partire dalla fattura che supera la soglia e, contestualmente, a tassare l’intero reddito dell’anno in base alle aliquote marginali Irpef (e non più in base alle aliquote forfettarie del 5% o del 15%). In altre parole, riassume l’esperto, se si sfora la soglia dei 100 mila euro:

  • Le fatture emesse saranno gravate da Iva
  • Oltre l’Iva, ma questo riguarda solo i professionisti, dovrà essere applicata anche la ritenuta d’acconto

C’è poi la questione temporale della fattura e degli incassi. Come spiega Mannarino, “Posso anche fatturare un milione di euro quest’anno, ma se il cliente oggi mi versa soltanto un acconto di 84 mila euro, potrei restare forfettario anche nell’anno successivo. Se, invece, fatturo e incasso contestualmente sopra i 100 mila euro nel 2024, esco dal forfettario e dovrò fare fattura con Iva ordinariamente”.

Le ritenute d’acconto per ex forfettari

I regimi forfettari non prevedono le ritenute d’acconto, ma se il professionista durante l’anno in corso supera la soglia dei 100 mila euro, allora, come anticipato, dovrà emettere fattura con Iva e ritenuta d’acconto. “Per fare un esempio: se il cliente paga una parcella a un professionista pari a 1000 euro + Iva, essa dovrà trattenere un 20% a titolo di ritenuta d’acconto da versare entro il mese successivo all’Erario. Tale credito il professionista se lo ritroverà in fase di dichiarazione dei redditi l’anno successivo”. Ad ogni modo, precisa l'esperto, le ritenute d’acconto nel regime ordinario si applicano solo sui compensi corrisposti da un soggetto a partita Iva ad altri lavoratori autonomi e professionisti soggetti a Iva.

La rettifica della detrazione Iva

Uno degli aspetti che interessa maggiormente le partite Iva ordinarie che vogliono passare al regime agevolato è la rettifica della detrazione Iva. Come spiega Mannarino, nel regime ordinario si fattura con Iva; pertanto, sugli acquisti effettuati, l’Iva pagata al fornitore diventa un credito nei confronti dello Stato. “Tale credito va a diminuire il debito Iva, cioè l’Iva delle fatture emesse ai clienti. Il problema della rettifica della detrazione Iva si pone quando acquisto dei beni strumentali e durevoli, e che si protraggono oltre l’anno corrente, come un computer o i mobili dell’ufficio”. Ma cosa succede ai fini Iva? "Diciamo che un soggetto che ha detratto l’Iva nel 2023 o nei quattro anni precedenti e resta ordinario, non ci sono problemi; ma se invece passa al forfettario, entra in gioco la rettifica dell’iva detratta.

“Il soggetto che, ad esempio, ha acquistato l’arredo dell’ufficio da 10mila euro + Iva nel 2023, ha detratto interamente l’importo dell’iva. Però, se nel 2024 fuoriesce dal regime ordinario e subentra nel forfettario, dovrà essere applica una rettifica su parte dell’iva detratta e dovrà quindi riversarla all’erario.

Cosa conviene: ordinario o forfetario

Conviene per un professionista in regime ordinario passare al forfettario? “Dipende da diversi fattori, che devono essere vagliati attentamente, affidandosi sempre ad un professionista – risponde il commercialista –, potrebbe ad esempio non convenire in un caso come questo, qualora fosse stato effettuato un importante acquisto di un bene strumentale nell’anno precedente, in quanto il contribuente dovrebbe restituire 4/5 dell’iva detratta”.