ROMA, 9 giugno _ "La civiltà richiede energia, ma l'uso dell'energia non deve distruggere la civiltà". Così si è esprtesso Papa Francesco ricevendo in udienza esponenti di grandi imprese del settore petrolifero e del gas naturale -ExxonMobil, Eni, British Petroleum, Royal Dutch Shell, Equinor (ex compagnia norvegese Statoil) e Pemex - che partecipavano a un convegno sulla trasizione energetica promosso dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e dall`Università di cattolica americana di Notre Dame.
'Come sapete - ha ricordato il Pontefice -, nel dicembre del 2015, 196 Nazioni hanno negoziato e adottato l`Accordo di Parigi con la ferma intenzione di limitare la crescita del riscaldamento globale sotto i 2°C rispetto ai livelli pre-industriali e, se possibile, sotto 1,5°C. Due anni e mezzo dopo, le emissioni di CO2 e le concentrazioni atmosferiche dovute ai gas-serra sono sempre molto alte. Questo è piuttosto inquietante e preoccupante. Destano preoccupazione _ ha rincarato la dose parlando ai diretto responsabili _ anche le continue esplorazioni per nuove riserve di combustibile fossile, allorquando l`Accordo di Parigi consiglia chiaramente di mantenere nel sottosuolo la maggior parte del carburante fossile. Ecco perché c`è bisogno di discutere insieme - industriali, investitori, ricercatori e utenti - riguardo alla transizione e alla ricerca di alternative.
Le nostre società ha sottolinetrato il Papa, ha sempre più bisogno di energia, e questo non è un male.. "Da qui _ ha detto _ nasce la sfida di riuscire a garantire l`enorme quantità di energia necessaria per tutti, con modalità di sfruttamento delle risorse che evitino di produrre squilibri ambientali tali da causare un processo di degrado e inquinamento, da cui l`intera umanità di oggi e di domani resterebbe gravemente ferita. La qualità dell`aria, il livello dei mari, la consistenza delle riserve d`acqua dolce, il clima e l`equilibrio di delicati ecosistemi, non possono non risentire delle modalità con cui gli esseri umani colmano la loro 'sete' di energia, purtroppo con pesanti diseguaglianze. Per saziare tale 'sete' non è lecito aumentare la vera sete di acqua, o la povertà o l`esclusione sociale. La necessità di avere a disposizione quantità crescenti di energia per il funzionamento delle macchine non può essere soddisfatta al prezzo di avvelenare l`aria che respiriamo". "È un 'falso presupposto _ ha proseguito citando la sua enciclica Laudato sì _: che esista una quantità illimitata di energia e di mezzi utilizzabili, che la loro immediata rigenerazione sia possibile e che gli effetti negativi delle manipolazioni della natura possano essere facilmente assorbiti'.
'La questione energetica - ha proseguito Francesco - è diventata perciò una delle principali sfide, teoriche e pratiche, per la comunità internazionale. Da come verrà gestita dipenderà la qualità della vita e se i conflitti presenti in diverse aree del pianeta troveranno più facile soluzione, oppure se essi, a causa dei profondi squilibri ambientali e della penuria di energia, troveranno nuovo combustibile per alimentarsi, bruciando stabilità sociale e vite umane. Occorre perciò individuare una strategia globale di lungo termine, che offra sicurezza energetica e favorisca in tal modo la stabilità economica, protegga la salute e l`ambiente e promuova lo sviluppo umano integrale, stabilendo impegni precisi per affrontare il problema dei cambiamenti climatici. Si tratta di una sfida epocale, ma anche di una grande opportunità".
"L`auspicabile prospettiva di una energia per tutti non può portare a una non auspicabile spirale di sempre più gravi cambiamenti climatici, mediante un temibile rialzo delle temperature nel globo, più dure condizioni ambientali e l`aumento dei livelli di povertà'. L`individuazione di un adeguato mix energetico è fondamentale per combattere l`inquinamento, sradicare la povertà e promuovere l`equità sociale".
Il Papa ha cercato di essere costruttivo e diplomatico. "Attraverso i vostri sforzi _ ha detto _ sono stati compiuti dei progressi. Le compagnie petrolifere e del gas stanno sviluppando approcci più approfonditi per valutare il rischio climatico e modificare di conseguenza i loro piani imprenditoriali. Questo è degno di lode. Gli investitori globali stanno rivedendo le loro strategie d`investimento per tenere conto delle considerazioni di natura ambientale. Iniziano ad emergere nuovi approcci alla 'finanza verde'. Certamente si sono fatti dei progressi. Ma è sufficiente? Abbiamo svoltato in tempo? Nessuno può rispondere con certezza a questa domanda, ma ogni mese che passa la sfida della transizione energetica diventa sempre più pressante".
E a spingerci verso una transizione energetuica consapevole ci sono anche motivazioni etiche. "Come sappiamo _ ricordato _ siamo colpiti dalle crisi climatiche. Tuttavia, gli effetti del cambiamento climatico non sono distribuiti in modo uniforme. Sono i poveri a soffrire maggiormente delle devastazioni del riscaldamento globale, con le crescenti perturbazioni in campo agricolo, l`insicurezza della disponibilità d`acqua e l`esposizione a gravi eventi meteorologici. Molti di quanti possono a malapena permetterselo sono già costretti ad abbandonare le loro case e a migrare in altri luoghi, senza sapere come verranno accolti. Molti di più dovranno farlo in futuro. La transizione verso l`energia accessibile e pulita è una responsabilità che abbiamo verso milioni di nostri fratelli e sorelle nel mondo, verso i Paesi poveri e verso le generazioni che verranno".
"Vi invito _ ha concluso il Papa _ a essere il nucleo di un gruppo di leader che immagina la transizione energetica globale in un modo che tenga conto di tutti i popoli della Terra, come delle future generazioni, e di tutte le specie e gli ecosistemi". E' un modo per tentare di convolgerli ancora più di quanto non sia adesso nello sforzo verso la decarbonizzazione. Per aziende che vivono della ricerca e della commercializzazione di petrolio e di gas, fonti di gas serra, è una sfida in salita. Ma Bergoglio non vuole creare dei "nemici dell'ambiente" da additare al pubblico ludibrio, ma coinvolgere i protagonisti del cambiamento climatico verso uno sviluppo diverso e sostenibile. Una mossa ambiziosa.