Roma, 16 marzo 2023 - Gli esami non finiscono mai. O forse no? Nel prossimo futuro dei titolari di Partite Iva si sta delineando la fine delle ‘pagelle fiscali’, come sono stati ribattezzati gli Isa, Indicatori Sintetici di Affidabilità Fiscale. Si tratta di strumenti attraverso i quali l’Agenzia delle Entrate verifica la veridicità delle dichiarazioni dei redditi: il soprannome è dovuto al fatto che, come a scuola, ai contribuenti più virtuosi vengono riconosciuti particolari benefici.
Le nuove disposizioni
Il documento che finirà all’esame del Consiglio dei Ministri del 16 marzo è destinato a portare alla progressiva eliminazione delle ‘pagelle fiscali’ nell’ottica di una più complessiva riorganizzazione della materia fiscale, anche attraverso una riduzione degli adempimenti dovuti dal contribuente. Tema costantemente citato quando all’ordine del giorno c’è la burocrazia. Lo stop non sarà comunque immediato, ma progressivo, anche se a oggi non si conoscono i dettagli in termini di tempistiche. Introdotti in corrispondenza della dichiarazione contributiva del 2018, gli Ise avevano preso il posto degli ‘Studi di settore’ con lo scopo di incentivare la compilazione della dichiarazione dei redditi nel modo più virtuoso e trasparente da parte delle imprese e delle Partite Iva. Il campo resterà in ogni caso ancora affollato da un alto numero di informazioni facilmente accessibili dagli uffici preposti, il cui compito è stato semplificato, in ottica di trasparenza, dall’entrata in vigore delle fatture elettroniche.
I benefici
Come ogni buona pagella che si rispetti, anche per quanto riguarda quelle a declinazione fiscale i voti variano da 1 a 10. Il metodo premiante sta nel fatto che alle Partite Iva giudicate più virtuose e affidabili vengono riservati minori controlli fiscali, riduzioni dei termini degli accertamenti o esoneri dall’apposizione del visti di conformità per eventuali compensazioni di crediti di imposta. Non si tratta di regali, ovviamente, ma di agevolazioni legate al fatto che proprio attraverso questi indicatori è possibile individuare in automatico eventuali anomalie nelle dichiarazioni. L’approccio è dunque quello di ‘preferire la carota al bastone’, dando fiducia a chi rispetta le regole.
La platea coinvolta
A regime saranno coinvolte circa due milioni di partite Iva, fermo restando il fatto che l’iter non è iniziato ora: già dagli scorsi anni, in particolare in corrispondenza dell’emergenza pandemica, era infatti stata avviata una progressiva riduzione dei soggetti sottoposti alle ‘pagelle del fisco’, con l’intento di alleviare gli adempimenti prima di tutto alle categorie colpite più duramente dalla crisi. Nel 2021 il numero di chi era tenuto a sottostare agli Isa era in effetti calato di circa un terzo rispetto al dato del 2019. Inoltre anche chi ha aperto la Partita Iva in tempi recenti è già esonerato da tale vincolo.
Strumenti alternativi
Il tema della trasparenza verso l’Agenzia delle Entrate resta comunque centrale: in quest’ambito, come già ricordato, gioca per esempio un ruolo cruciale l’obbligo della fatturazione elettronica. Allargando il quadro sulla riforma fiscale, merita poi attenzione l’estensione del concordato preventivo, che darà a la possibilità anche alle realtà economiche di minore entità di essere esonerate da ulteriori controlli a patto che venga raggiunto un accordo (il concordato, appunto) col fisco in merito al versamento delle tasse. L’ipotesi è quella di stabilire l’esonero dai controlli per due anni a vantaggio di chi si impegna a versare le imposte in base ai calcoli effettuati dall’Agenzia delle Entrate, che a sua volta si muove sugli ordini di grandezza individuati attraverso la fatturazione elettronica.