
L'alluminio è una delle materie prime che ha visto i maggiori rincari negli ultimi anni
Roma, 10 marzo 2025 – La ripresa della domanda dopo lo stop dovuto alla pandemia, le continue tensioni energetiche, le difficoltà incontrate da trasporti e logistica per la crisi lungo il canale di Suez e il rallentamento della crescita economica globale: sono solo alcuni dei fattori che hanno influenzato profondamente, negli ultimi cinque anni, l'andamento dei prezzi delle materie prime del settore packaging. Alluminio, carta, plastica, vetro e loro derivati rappresentano, di fatto, la quasi totalità dei materiali utilizzati dalle aziende alimentari per il confezionamento e l’imballaggio dei prodotti freschi e trasformati. Dunque, le oscillazioni delle loro quotazioni sui mercati internazionali ricadono direttamente sull’intera filiera dell’agrifood e hanno un riflesso anche sui prezzi pagati dal consumatore finale. Con l’aiuto degli esperti di Aretè, società indipendente specializzata nella formulazione di sistemi previsionali sulle commodity per l’industria agroalimentare, vedremo dunque cos’è accaduto, in particolare negli ultimi due anni, sui mercati delle materie prime del packaging.
Alluminio tra continui capovolgimenti di fronte
Il mercato dell'alluminio (Lme) ha attraversato fasi alterne negli ultimi anni. Tra luglio 2020 e marzo 2022 si è registrato un aumento di prezzo addirittura del 152%, spinto dalla ripresa della domanda post-Covid e dall'incremento dei costi energetici. A seguire, tra marzo 2022 e agosto 2023, il prezzo è crollato del 50%, grazie al progressivo rientro dei costi energetici e alla contrazione della domanda, per poi segnare una nuova ripresa – fino al 90% del prezzo – tra agosto 2023 e luglio 2024. Tra le cause del nuovo incremento ci sono, tra l’altro, la transizione energetica, le sanzioni applicate sull'alluminio russo e nuove difficoltà logistiche: tutto questo in un contesto europeo in cui i costi energetici restano elevati, limitando l'offerta.
Spiccata volatilità sul mercato della carta
Anche il settore della carta ha mostrato dinamiche simili. Il prezzo del Kraftliner Avana da 140 grammi (un tipo di carta molto usato per gli imballaggi alimentari) è aumentato dell'80% tra ottobre 2020 e settembre 2022, a seguito della crescita della domanda post-pandemica e dell'impennata dei costi energetici, per poi calare del 41% fino a febbraio 2024. A determinare gli andamenti nel settore cartario è anche il prezzo della cellulosa, che ha registrato un aumento del 105% tra settembre 2020 e settembre 2022, per poi subire un calo del 42% nell'anno successivo. Tra settembre 2023 e luglio 2024, il mercato ha visto una ripresa del 65%, trainata dall'aumento della domanda asiatica e dalla riduzione degli stock in Europa (-33%). Successivamente, tra luglio 2024 e gennaio 2025, si è osservato un nuovo calo del 28%, dovuto sia allo squilibrio tra domanda e offerta, sia all'accumulo di stock nei Paesi Ue.
Plastica sulle montagne russe
Il comparto delle plastiche ha mostrato una forte volatilità in tutti i suoi derivati. Il prezzo del Pet (polietilene tereftalato) è aumentato del 151% tra ottobre 2020 e maggio 2022, trainato dalla ripresa della domanda post-pandemia e dai costi energetici elevati, per poi scendere del 44% tra maggio 2022 e settembre 2023, a causa del rientro dei costi e dell'aumento dell'importazione di materiali a basso costo da paesi terzi. L'andamento del R-Pet (Pet riciclato) è stato simile, con una crescita del 157% tra dicembre 2020 e settembre 2022, seguita da una riduzione del 56% fino a novembre 2023 e un successivo nuovo aumento del 33%, quest’ultimo dovuto in primis agli incentivi all’uso dei materiali riciclati. Per quanto riguarda le poliolefine, il prezzo del Pp (copolimero eterofasico) è cresciuto del 141% tra giugno 2020 e maggio 2022, per poi registrare una riduzione del 52% da maggio 2022 a gennaio 2024. Nel corso dell’anno 2024, il mercato si è mantenuto stabile, ma con un lieve calo, in un contesto di domanda europea limitata e sovracapacità produttiva a livello internazionale. Analogamente, l'Hdpe (polietilene ad alta densità-soffiaggio) ha subito un andamento simile, con un aumento del 153% tra giugno 2020 e maggio 2022, seguito da un calo del 43% tra maggio 2022 e settembre 2023.
L’andamento del vetro e il ruolo in ascesa dei rottami
Il mercato del vetro ha visto aumentare il prezzo dei rottami del 152% tra settembre 2021 e novembre 2023, a causa dei crescenti costi energetici e del maggior ricorso ai processi di recupero e riciclo (la lavorazione dei rottami comporta un minor dispendio energetico rispetto all’uso di materia prima vergine). Tuttavia, tra novembre 2023 e febbraio 2025, i prezzi sono calati del 33%, grazie all'aumento delle importazioni di rottami a basso costo e alla riduzione dei costi energetici. Capitolo bottiglie di vetro: il periodo tra settembre 2021 e luglio 2023 ha visto un incremento dell'84% dei prezzi, dovuto all'aumento dei costi di produzione e a uno squilibrio tra domanda e offerta. Tra luglio 2023 e febbraio 2025, il taglio dei costi dei rottami e dell'energia ha portato a una diminuzione dei prezzi del 10%: una decrescita, tuttavia, assai contenuta rispetto a quella registrata da altri materiali.
Una risorsa strategica: le materie prime seconde
A proposito di processi di recupero e riuso, il concetto di ‘materie prime seconde’ – materiali derivati dal riciclaggio, dalla rigenerazione o dalla trasformazione di prodotti già esistenti, tra cui, in particolare, gli scarti generati dai processi industriali – riveste oggi sempre maggiore importanza, soprattutto a seguito del cambiamento climatico e del diffuso orientamento verso le economie circolari. Il mercato delle materie prime seconde è strettamente connesso, infatti, alle dinamiche del riciclo e alle politiche ambientali. In particolare, il settore della carta da riciclo ha registrato, negli ultimi anni, fluttuazioni significative, con impatti legati all'evoluzione normativa e alla disponibilità di materiali recuperati.