Roma, 8 ottobre 2018 - Gli addetti ai lavori lo chiamano "ravvedimento rafforzato". Il decreto legge fiscale in arrivo lo indica come "flat tax-dichiarazione integrativa". Ma per i cittadini e le imprese sarà una sanatoria tributaria in piena regola, che permetterà di mettersi a posto con l’Erario dichiarando i redditi evasi o comunque non denunciati negli ultimi 5 anni pagando un’aliquota che per la Lega dovrà essere intorno al 15% e per i grillini dovrà arrivare, però, al 20%. Ed è proprio la diatriba sul "prezzo" del condono che ha impedito di scrivere completamente l’articolo relativo del provvedimento in gestazione. Sarebbe stato trovato l’accordo, invece, sul tetto di 500mila euro come limite della possibilità, per ogni contribuente, di mettersi in regola.
Sono definite compiutamente e scritte nero su bianco, invece, le altre due vie per fare pace con il fisco. La prima è la rottamazione ter delle cartelle che consentirà il pagamento dei debiti fiscali pendenti dal gennaio 2000, senza sanzioni e more, dilazionando i versamenti fino al 2024. Sarà utilizzabile anche da chi ha aderito alla precedente rottamazione, ma sarà necessario che abbia pagato anche la rata di novembre: la quota rimanente dell’importo dovuto sarà ricalcolato dal fisco che emetterà i bollettini di pagamento dilazionati in base alle nuove norma.
A conti fatti, però, come indica la stessa relazione tecnica al decreto, nel primo anno questa forma di pace fiscale porterà entrate nuove per 2,2 miliardi, ma dato il calo delle entrate della riscossione ordinaria, il saldo sarà addirittura negativo. Negli anni successivi, al contrario, si arriverà a un totale di circa 10 miliardi aggiuntivi.
Il secondo canale passa dalla possibilità di chiudere le liti tributarie pendenti fino al 30 settembre 2019. Per risolvere la partita aperta con il fisco si dovrà pagare un importo pari al valore della controversia o, se l’Agenzia delle Entrate ha perso in primo o secondo grado, un importo pari alla metà o a un terzo della contestazione. L’incasso stimato dalla relazione tecnica non è elevato: si prevede di incassare 300 milioni il prossimo anno e 200 il successivo. Ma, sebbene il decreto la indichi solo con il titolo, c’è una terza via per mettersi in regola col fisco. È la più attesa ma anche la più controversa, perché fin dall’inizio i grillini l’hanno vista come il fumo negli occhi, trattandosi di un condono a tutti gli effetti. L’idea è potenziare l’attuale meccanismo di ravvedimento, ossia "l’autocorrezione del contribuente sulle annualità ancora accertabili (dal 2013 al 2017)".
Ma l’idea è anche quella di presentarla come una sorta di flat tax retroattiva, applicabile sui redditi passati non dichiarati. Da qui l’aliquota al 15% come prevista per la nuova flat tax per le partite Iva e i professionisti. Ma dal fronte dei 5 Stelle si insiste per arrivare al 20. Comunque si tratterebbe di uno sconto di almeno il 50% sul dovuto. Il tutto nel limite massimo di 500mila euro.