Mercoledì 19 Marzo 2025
STELA MEHMETI
Economia

Oro, quotazione senza freni: ogni giorno è un nuovo record. Dove arriverà?

Il metallo prezioso ha registrato questa mattina il valore di 3.045 dollari l’oncia. Una continua crescita che non accenna a fermarsi. L’analisi e le previsioni dell’esperto

La quotazione dell'oro ha fatto segnare un nuovo record storico arrivando a 3.045 dollari l'oncia, e l'ascesa non accenna a fermarsi

La quotazione dell'oro ha fatto segnare un nuovo record storico arrivando a 3.045 dollari l'oncia, e l'ascesa non accenna a fermarsi

Roma, 19 marzo 2025 – L'oro ha raggiunto oggi un nuovo record storico. Il contratto spot ha toccato questa mattina i 3.045 dollari l'oncia, mentre i future hanno superato quota 3.051 dollari l'oncia. A incidere sulle sue quotazioni sono, infatti, le tensioni geopolitiche, l’ombra di una guerra commerciale per via dei dazi dell'amministrazione americana e la crescita da parte di molte banche centrali, soprattutto asiatiche, di riserve d’oro per diversificare e ridurre la dipendenza dal dollaro, contribuendo all’aumento della domanda. L’oro, infatti, ha toccato nuovi massimi perché è percepito come un rifugio sicuro in un contesto di forte incertezza globale. La curva dei prezzi dell’oro è aumentata in maniera repentina a partire da inizio 2024, nonostante il anche 2023 sia stato un anno molto positivo. Tuttavia, per gli analisti era inatteso un superamento della quota a 3mila dollari l'oncia. “Questo ha un effetto importante sul piano dell’analisi tecnica, perché 3 mila dollari l'oncia è un valore simbolico che, a livello di analisi tecnica, è stato superato” spiega l'analista finanziario Pietro Calì. Inoltre, è possibile che la Cina e l'India, avendo oggi basse riserve d’oro, possano aumentare le loro quote. Un fenomeno che comporterebbe un trend in continua crescita del prezzo dell’oro.

Pechino supera Nuova Delhi

L’oro e il dollaro vengono considerati dal mercato come “beni rifugio”, ovvero un investimento infruttifero, perché rispetto a un mercato azionario, quindi alle azioni e alle obbligazioni, è una tipologia di investimento che non dà dividendi o cedole. Sulla base di tali caratteristiche è difficile fare valutazioni sul valore dell'oro, perché non ci sono a disposizione dati di bilancio come può valere per le azioni di un'azienda. Questa è una fase di “dedollarizzazione” causata dai dazi dell’amministrazione americana, che potrebbe comportare una possibile recessione e, quindi, una svalutazione del dollaro. L’unico vero “bene rifugio” per i mercati resta, quindi, l'oro. Fino al 2012 l’India è stato il maggior acquirente d'oro per fattori culturali. Il popolo indiano, infatti, fa grande uso dell'oro e registra una forte domanda. Tuttavia, dal 2012 in poi la Cina ha superato l'India diventando così il maggior “consumatore d'oro”. I principali acquirenti dell’oro sono i governi, ovvero le banche centrali degli stati, perché avere una riserva d'oro dà stabilità ai conti del paese. Il prezzo dell’oro spesso sale, perché diverse banche centrali aumentano le loro riserve valutarie. Quindi, il prezzo “non sale perché il privato compra lingotti” osserva Calì. Gli Stati Uniti hanno circa il 70% delle loro riserve valutarie in oro, “una quota molto elevata” commenta Calì. La Cina, invece, ha il 6%, mentre l'India il 10%. I compratori dell'oro, come la banca centrale cinese, hanno ancora spazio di acquisto. Per questo motivo il trend dell'oro potrebbe non arrestarsi. E, quindi, registrare una continua salita.

La guerra in Ucraina e i tassi spingono gli acquisti

In termini di sicurezza e stabilità, anche il conflitto in Ucraina ha comportato un aumento del prezzo dell’oro. Con l'inizio della guerra russo-ucraina, Polonia e Repubblica Ceca sono corse ai ripari e hanno aumentato “in maniera decisa” le riserve di oro. Inoltre, anche una “decorrelazione tra tassi e oro” contribuisce al verificarsi di questo trend, perché “l'oro è infruttifero” ricorda Calì. In una fase di tassi alti come 2-3 anni fa, l'oro diventa meno profittevole. Al contrario, l’oro diventa un investimento interessante quando i tassi sono bassi. Tuttavia, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e a causa delle tensioni geopolitiche, “stiamo registrando una crescita dell’oro nonostante i tagli dei tassi” osserva Calì. Tassi e oro hanno una correlazione, ma nell’ultimo periodo si è verificata una decorrelazione sempre più affermata, fino a raggiungere i 3.045 dollari l'oncia odierni. Basti pensare che all'inizio del 2024 l’oro “era sotto i 2mila dollari l'oncia”, suggerisce Calì. Quindi, l’oro ha registrato più del 50% in un anno e tre mesi. I compratori di oro sono “sempre di più”, e data la situazione geopolitica “è molto facile che possano continuare a comprare”. Una situazione geopolitica più calmierata potrebbe portare meno appeal sui beni rifugio, al primo posto l'oro. Però, bisogna considerare un raffreddamento delle relazioni a livello globale. Nonostante un eventuale concludersi del conflitto in Ucraina, per l’analista Calì non è detto che possa portare nel breve termine a un calo dell'oro, perché le altre variabili a supporto della crescita del prezzo “sarebbero ancora presenti".