Roma, 29 gennaio 2025 – Stando agli ultimi dati ufficiali Istat, relativi alla fine del 2022, l'industria orafa-argentiera-gioielliera in Italia ha oltre 31mila dipendenti, assunti in circa 7mila società. Una realtà importante, complessa, analizzata per la prima volta dall’Area Studi Mediobanca, che nei giorni scorsi ha presentato i risultati della sua indagine, analizzando i dati finanziari dei 97 maggiori player, con un giro d’affari superiore ai 19 milioni di euro ciascuno. Di questi, 42 hanno sede nel Centro, 32 nel Nord Est, 21 nel Nord Ovest e 2 nel Sud.
I dati dello studio Mediobanca e Confindustria Federorafi
Nei primi 10 mesi 2024, i ricavi dell’industria dei preziosi risultano in rialzo del 5,8% (dati Istat), con l’export più dinamico rispetto al mercato interno (+7,2% contro un +3%). Trend parzialmente confermati da parte della maggioranza dei produttori sulla base del questionario somministrato dal Centro Studi di Confindustria Federorafi: il 39,3% delle società rispondenti segnala ricavi pre-consuntivi relativi al 2024 in peggioramento rispetto al 2023, il 32,8% indica valori in miglioramento, mentre il 27,9% evidenzia un giro d’affari invariato. Per quanto riguarda le aspettative per il 2025, il 47,5% delle società prospetta una stabilità del volume d’affari rispetto al 2024, il 31,2% si attende un peggioramento, mentre la residua quota del 21,3% ha un sentiment positivo. Nel 2023 i 97 maggiori produttori di preziosi attivi in Italia hanno complessivamente fatturato 8,4 miliardi di euro (in crescita del 3,9% sul 2022 e del 25,8% sui livelli del 2021), con l’impiego di quasi 16.300 dipendenti (+16,3% sul 2021). Nel 2023 il 36,5% dei loro ricavi è stato generato dai player con sede nel Nord Ovest, il 32,4% dalle società del Nord Est, il 30,4% nel Centro e lo 0,7% nel Sud e Isole. Sebbene meno numerose, le imprese del Nord Ovest svettano grazie alla loro più elevata dimensione media in termini di ricavi, pari a 145,4mln, da confrontarsi con gli 84,6mln del Nord Est e con i 60,5mln del Centro Italia.
La classifica per ricavi
Nel 2023 al primo posto per ricavi si colloca Bulgari Gioielli (870 milioni) che precede Morellato (739 milioni) e Pgi (566 milioni). Seguono Damiani (334 milioni) e UnoAerre Industries (264 milioni). In totale sono dieci le società a superare i 150 milioni di ricavi. Con l’acquisizione del gruppo tedesco Christ, Morellato ha quasi raddoppiato il fatturato rispetto al 2022, incrementando all’83,9% il peso del canale retail sul giro d’affari complessivo (rispetto al precedente 69,3%). Gli investimenti nel 2023 sono aumentati del 59,4% sul 2021 e del 34,3% sul 2022. Per gli operatori a proprietà estera la progressione dal 2021 (+147,1%) è stata molto più accentuata rispetto a quelli a controllo italiano (+38,7%).
Circa 7mila società danno lavoro a oltre 31mila persone
L’industria orafa-argentiera-gioielliera è uno dei settori trainanti del Made in Italy che più ha contribuito a sviluppare l’immagine del nostro Paese in tutto il mondo, grazie alle qualità artigianali e all’originalità dei suoi prodotti. Secondo le rilevazioni Istat, a fine 2022 nel nostro Paese erano attive quasi settemila società con organici complessivi di 31.146 unità, pari in media a 4,5 dipendenti per azienda, con la netta prevalenza di micro e piccole imprese, spesso a carattere familiare. Chi può contare su un network di proprietà è in grado di saltare, almeno in parte, i passaggi intermedi ed estrarre dal business il maggior valore aggiunto altrimenti da condividere con grossisti, buyer internazionali e altri intermediari. L’accorciamento della catena è favorito dalla crescita del canale digitale. Il rafforzamento dell’e-commerce è un fattore di resilienza e uno dei motivi che hanno spinto, ad esempio, Morellato a rilevare nel 2023 la tedesca Christ, uno dei pochi casi di imprese italiane del comparto che hanno acquisito realtà oltreconfine.
Italia quinto Paese al mondo per esportazione di preziosi
Cina e India sono il primo e il terzo esportatore mondiale di preziosi, detenendo insieme alla Svizzera (secondo esportatore e Paese di transito dei prodotti orafi italiani e francesi) un terzo circa dell’export complessivo. L’Italia è in quinta posizione, con una quota dell’8,7%. Tra i fattori che hanno consentito al comparto di affrontare i rischi della globalizzazione, si annovera la forte specializzazione territoriale e il ricorso all’innovazione tecnologica, con gli investimenti che consentono di realizzare prodotti di qualità elevata, limitando in tal modo la concorrenza basata sul prezzo. Il 77,1% del patrimonio netto dei maggiori produttori di preziosi è riferibile al controllo familiare. Considerando inoltre le due società controllate da fondi italiani, il patrimonio netto in mani italiane sale al 78,4%.