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Oro e bitcoin, corsa ai beni rifugio
Roma, 11 dicembre 2023 – A Wall Street quella che si è chiusa è stata una settimana del tutto particolare, vissuta nell'attesa di un possibile (ormai potremmo dire anche probabile) prossimo taglio del costo del dollaro da parte della Federal Reserve.
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E, fra le conseguenze più lampanti di questa generale trepidazione, vanno certamente annoverate le ampie fluttuazioni del valore di beni rifugio veri e presunti (che in quanto tali dovrebbero essere più stabili di altri canali di investimento), quali l'oro e il Bitcoin.
L'uno salito di valore, lunedì scorso, fino al massimo storico di 2.100 dollari l'oncia (+4% in sette giorni) per poi bruciare 629 miliardi di dollari di capitalizzazione nelle 48 ore successive e l'altro tornato oltre quota 41.000 dollari (+40% negli ultimi tre mesi e +11,3% nell'ultima settimana) per la prima volta dall'aprile del 2022.
Del resto, il copione impone che la corsa agli acquisti di metalli preziosi e 'oro digitale' (così alcuni chiamano le criptovalute) si scateni proprio quando i mercati si aspettano un ribasso dei tassi su valute di riferimento e titoli di stato. E a nulla è servita, in questo senso, la 'melina' del numero Fed, un Jerome Powell che ha definito “prematuro concludere con fiducia che abbiamo raggiunto un orientamento sufficientemente restrittivo, o speculare su quando la politica potrebbe allentarsi”.
Perché, come affermato tra gli altri dal FedWatch Tool di Cme Group, “un primo taglio dei tassi a maggio 2024 ha una probabilità di oltre l'80%”. Questo mentre si rincorrono già le indiscrezioni anche sull'entità del ribasso, che per gli analisti di Cme “potrebbe essere dello 0,25%, seguito da un altro taglio dello 0,25% in autunno”. Insomma, che le smentite siano di rito lo dimostrano chiari segnali. E quando finalmente la Fed abbasserà i benedetti tassi, in molti avranno già i forzieri pieni di riserve aurifere e valute elettroniche.