Sabato 21 Dicembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Uno studente su tre vorrebbe fare un lavoro manuale. Ma le famiglie sono spesso contrarie, sbagliando. Ecco perché

I genitori spesso condizionano, e non sempre in senso positivo, le scelte scolastiche dei figli

Roma, 23 ottobre 2023 – I consigli dei genitori sono sempre i più importanti. Anche se a volte rischiano di non essere i più appropriati. Un riferimento molto attuale è all’ambito scolastico e in particolare alle scelte da intraprendere al momento di pensare al proprio futuro, quando i lavoratori di domani si mostrano particolarmente interessati a valutare prospettive legate agli ambiti tecnici che oggi sono più che conterete e stimolanti, venendo però frenati dai pareri di chi sta loro intorno.

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In effetti secondo uno studio realizzato da ‘Gi Group Holding’ e ‘Fondazione Gi Group’ in collaborazione con ‘Skuola.net’ e ‘La Fabbrica’, a più di uno studente su tre (39%) piacerebbe svolgere un mestiere in ambito tecnico, dall’autoriparatore all’elettricista, passando dal tecnico manutentore e dal programmatore fino all’addetto all’assemblaggio e alle macchine industriali. La rilevazione è particolarmente importante se si pensa che questi profili sono proprio tra i più richiesti, e carenti, sul mercato del lavoro di oggi. Ma non è tutto rose e fiori, perché spesso il desiderio dei ragazzi e delle ragazze finisce per non ricevere adeguato supporto, fino a essere messo anche nel cassetto, di fronte alle aspettative diverse delle famiglie e alla direzione spesso tracciata dalle stesse attività di orientamento a scuola.

Orientamento scolastico
Orientamento scolastico

Prospettive cambiate

Per quanto riguarda i genitori, oltre 7 su 10 (il 72%) vorrebbero vedere il proprio figlio o la propria figlia all’università. Le facoltà sono di gran lunga la prima opzione per mamme e papà con figli al liceo e agli istituti tecnici. A questa prima forma di ‘pressione sociale’ si aggiungono le attività di orientamento a scuola che, evidenziano 8 studenti su 10 (76%), sono anch’esse sbilanciate verso l’università, traducendosi per lo più in presentazioni di facoltà e corsi di laurea. L’orientamento, poi, inizia troppo tardi: solo uno studente su dieci (11%) lo comincia entro la terza superiore, il 33% non prima della quinta e uno su quattro addirittura non lo ha mai fatto (26%).

Opportunità sottovalutate, soprattutto in ambito femminile

Solo uno studente su cinque (21%) dichiara di conoscere bene o abbastanza bene i percorsi Its e Ifts: per lo più si tratta di ragazzi (31%) mentre le loro coetanee si fermano al 17%, riproponendo anche a questo livello una differenza di genere storicamente radicata in Italia per le professioni tecnico-pratiche. E se un altro 29% di studenti ne ha sentito qualche volta accennare, per il restante 50% è buio totale.

Programmi di orientamento inadeguati

Non va meglio con i docenti: negli istituti tecnici uno su quattro (25%) non li conosce, percentuale che sale al 46% nei licei; situazione ancora peggiore per gli Ifts, pressoché sconosciuti al 57% dei professori degli istituti tecnici e al 70% di quelli liceali. Ma più in generale, è l’apprendistato di primo livello a non aver fatto breccia: ben il 58% dei docenti non ha informazioni su queste opportunità di inserimento lavorativo, dato che sale al 77% tra i genitori. Dalla ricerca emerge quindi come i programmi di orientamento siano in larga misura poco adeguati ad accompagnare gli studenti verso un percorso post-diploma – professionale, formativo, universitario – che valorizzi appieno le loro attitudini, propensioni e competenze.

Dove intervenire

Gli studenti dichiarano di volersi cimentare con più esperienze pratiche in grado di avvicinarli realmente al mondo del lavoro, come stage e tirocini (31%) e visite o incontri in realtà lavorative (23%). Dai docenti e dai genitori arriva invece l’auspicio di ricevere maggiore formazione per affiancare meglio i ragazzi.

Destination Work

Per accompagnare i giovani verso il percorso post-diploma più idoneo a ciascuno, Gi Group Holding e Fondazione Gi Group hanno presentato la nuova edizione di ‘Destination Work’, l’iniziativa che si propone di offrire agli studenti un orientamento più consapevole al mondo del lavoro e affiancarli nella costruzione di una prospettiva concreta di futuro. Realizzata in collaborazione con La Fabbrica, Fondazione Sodalitas e Skuola.net, l’edizione di quest’anno sarà dedicata agli studenti delle scuole superiori, ma anche ai docenti e alle famiglie che accompagnano i giovani in questo delicato momento di scelta.

L’iniziativa metterà a disposizione, in forma gratuita, eventi e approfondimenti fruibili online tramite piattaforma dedicata. Inoltre, per gli studenti sarà possibile prenotare una sessione di orientamento personalizzata con un esperto Hr di Gi Group Holding, per una consulenza mirata che li aiuti a conoscere tutte le alternative post-diploma e porre, con consapevolezza, le basi del loro futuro.

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"Permettere alle persone di realizzarsi è il cuore del nostro impegno per il lavoro sostenibile, che non può dirsi tale se non coinvolge le nuove generazioni mettendole al centro delle nostre attività” afferma Chiara Violini, presidente della Fondazione Gi Group. “Il mondo del lavoro cambia così rapidamente da far invecchiare “i buoni consigli” dei genitori, perché l’esperienza pregressa non sempre è al passo con i trend emergenti” – rilancia Daniele Grassucci, Direttore di Skuola.net – Lo stesso vale per i docenti che sono chiamati dal sistema scolastico ad orientare le scelte degli studenti. Il risultato? Una crescita inesorabile di ‘Neet’, giovani che non studiano e non lavorano. E’ urgente intervenire.” A chiedere il cerchio è Angela Mencarelli, ceo di ‘La Fabbrica’, che auspica una rapida inversione di tendenza: “Sono fiduciosa che le nuove linee guida dell’orientamento volute da Ministero dell’Istruzione e del Merito porteranno a un cambio di passo. In particolare, le attività di orientamento saranno obbligatorie a partire dal primo anno delle scuole secondarie di primo grado e le aziende e le agenzie per il lavoro saranno sempre più chiamate in causa per far parte della comunità educante, per affiancare i docenti nell’informare, formare e ispirare studenti e studentesse.”