![Alberto Nagel, 59 anni, in una foto d’archivio. Per l’ad di Mediobanca, il secondo trimestre è andato oltre le aspettative Alberto Nagel, 59 anni, in una foto d’archivio. Per l’ad di Mediobanca, il secondo trimestre è andato oltre le aspettative](https://www.quotidiano.net/image-service/view/acePublic/alias/contentid/ZTA3NWU5M2ItZDk0NC00/0/operazione-in-bilico-utili-da-record-per-mediobanca-lofferta-di-mps-innaturale.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
Alberto Nagel, 59 anni, in una foto d’archivio. Per l’ad di Mediobanca, il secondo trimestre è andato oltre le aspettative
Mediobanca non cambia idea. E torna a respingere l’Ops lanciata da Mps. Questa volta, però, l’offensiva è anche supportata dai conti del primo semestre, che mettono in mostra un nuovo record degli utili. Un modo per battere un colpo anche in relazione al prezzo fissato dalla banca senese per acquisire il controllo di Piazzetta Cuccia. In una nota, diffusa ieri, l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, ha spiegato infatti che "dopo aver chiuso lo scorso esercizio con i risultati migliori di sempre, Mediobanca ha confermato anche in questo semestre la crescita di tutte le sue divisioni, consolidando le principali iniziative del Piano 23-26". Nei primi sei mesi, l’utile netto si è attestato sui 660 milioni di euro, un livello record, grazie anche ad un incremento dell’8% rispetto all’anno scorso. Una performance che ha preso in contropiede anche gli analisti che prevedevano un risultato pari a 635 milioni di euro. I ricavi sono lievitati fino a quota 1.847,7 (+6,8%) mentre il rapporto costi/ricavi è in calo al 42%. Numeri che hanno portato il titolo a un rush finale in Borsa, con un guadagno di oltre mezzo punto. La differenza tra quanto offre Siena e quanto vale Mediobanca è salita ieri di oltre il 12%, con un divario di 1,7 miliardi rispetto alle prime valutazioni.
Ma, al di là del prezzo, Nagel non cede di un centimetro e si dice pronto a contrastare anche eventuali rilanci da parte dell’istituto senese. Tanto che in una nota durissima diffusa al termine del cda, ha puntato l’indice anche sui potenziali conflitti di interesse "tra alcuni rilevanti azionisti presenti in Mediobanca, Mps e Assicurazioni Generali e gli altri azionisti di entrambe le realtà". È ovvio che dietro le quinte il boccone più ghiotto della scalata a Mediobanca sia proprio quello del colosso di Trieste. E, ieri, Nagel ha annunciato la possibilità di presentare una propria lista per il rinnovo del cda. Anche perché, spiega, "se non siamo rappresentati nel cda non possiamo consolidare il risultato di Generali ad equity. Avremmo preferito che questo tipo di iter lo avesse fatto la compagnia. Ce ne rammarichiamo e provvederemo ad agire di conseguenza".
Non basta. Dal quartier generale dell’istituto si ritiene che l’offerta, ritenuta "innaturale", distrugga "valore per gli azionisti di Mediobanca visto l’impatto negativo sul profilo reddituale di Mediobanca, i cui utili su base stand alone sono previsti in crescita come da Piano in esecuzione, a fronte di un consensus che vede per Mps un calo degli utili per la riduzione del margine di interesse ed il progressivo esaurirsi dei benefici fiscali".
Inoltre Mediobanca fa notare l’impatto negativo sul merito creditizio, già sottolineato da tutte le agenzie di rating e alla base del downgrade del Outlook di Moody’s (rating Baa1, outlook rivisto da stabile a negativo il 31 gennaio) e la prevedibile diluizione dei multipli valutativi di Mediobanca, per il diverso posizionamento strategico ed il venir meno della prevista crescita di ricavi e utili". Infine, contro l’Ops, c’è anche "il forte sconto implicito nel prezzo dell’offerta rispetto al valore intrinseco di Mediobanca, delle sue attività, partecipazioni, nonché delle sue prospettive di crescita e di creazione di valore". Tornando ai numeri del primo semestre, grazie all’andamento superiore alle attese, Mediobanca ha annunciato di aver rivisto al rialzo gli obiettivi per il prossimo esercizio (2025-2026), con ricavi in crescita a 4 miliardi rispetto alla stima di 3,7. "Quindi sarà possibile un dividendo supplementare nel 2026, con un payout che equivarrà praticamente al 100% dell’utile prodotto", ha concluso Nagel.