Con la chiusura dell’istruttoria su ChatGpt, è arrivata la multa del Garante della Privacy per OpenAI: la società americana dovrà pagare una sanzione di 15 milioni di euro e realizzare una campagna informativa di sei mesi. "La decisione non è proporzionata e presenteremo ricorso": è la risposta della società di Sam Altman (nella foto), che pochi giorni fa ha introdotto l’IA nella ricerca in sfida a Google e si è avviata verso la valutazione di 157 miliardi di dollari.
L’istruttoria del Garante era stata aperta nel marzo 2023, quattro mesi dopo il lancio del mondiale del chatbot che ha messo l’Ai a portata di tutti. Il Garante si era attivato dopo una segnalazione dell‘EDPB (Comitato europeo per la protezione dei dati), e dopo che la piattaforma aveva subìto una fuga di dati. L’autorità aveva imposto uno stop a ChatGpt contestando la mancanza di un’informativa sul trattamento dei dati e di un filtro per la verifica dell’età degli utenti. Dopo il blocco di un mese e a seguito dell’adozione delle misure prescritte dal Garante la società americana, a fine aprile 2023, aveva riacceso il suo chatbox in Italia.
Secondo il Garante, OpenAi, oltre a non aver notificato all’Autorità la violazione dei dati subita nel marzo 2023, ha trattato i dati personali degli utenti per addestrare ChatGPT senza aver prima individuato un’adeguata base giuridica e ha violato il principio di trasparenza e i relativi obblighi informativi nei confronti degli utenti.
Inoltre, la società fondata da Sam Altman, non ha previsto meccanismi per la verifica dell‘età, con il conseguente rischio di esporre i minori di 13 anni a risposte inidonee rispetto al loro grado di sviluppo e autoconsapevolezza. La campagna informativa che dovrà durare sei mesi su radio, tv, giornali e web avrà l’obiettivo di promuovere la comprensione e la consapevolezza del pubblico sul funzionamento del chatbox: gli utenti e i non-utenti di ChatGPT "dovranno essere sensibilizzati su come opporsi all‘addestramento dell‘intelligenza artificiale generativa con i propri dati personali e, quindi, essere effettivamente posti nelle condizioni di esercitare i propri diritti ai sensi del GDPR" inclusi quelli di opposizione, rettifica e cancellazione.
La sanzione effettiva di 15 milioni, precisa l‘Autorità, è stata "calcolata tenendo conto dell‘atteggiamento collaborativo della società", che nel frattempo ha stabilito in Irlanda il proprio quartier generale europeo e per questo il Garante ha trasmesso gli atti del procedimento all‘Autorità di protezione dati irlandese, divenuta autorità di controllo capofila.
Dal canto suo, OpenAi ha subito annunciato battaglia: "La decisione del Garante non è proporzionata e presenteremo ricorso. Questa sanzione rappresenta circa venti volte il fatturato da noi generato in Italia nello stesso periodo", afferma la società in una nota. "Riteniamo che l‘approccio del Garante comprometta le ambizioni dell‘Italia in materia di IA – aggiunge – ma rimaniamo impegnati a collaborare con le autorità preposte alla tutela della privacy in tutto il mondo per offrire una IA capace di portare benefici alla società nel rispetto dei diritti della privacy".