C’è una data, che è anche vicina: il 9 maggio. E un indirizzo web che dovrebbe essere lanciato quel giorno. Secondo i rumours sempre più forti sul web, il dominio (ora inattivo) è https://search.chatgpt.com. OpenAI, azienda madre di ChatGpt, il software che ha dato una spinta inattesa alla diffusione dell’Ia, sarebbe pronta a lanciare la sfida a Google sulla ricerca web, ovvero il core business del colosso di Mountain View, che ha una quota di mercato vicina al 90%. Presumibilmente, la ricerca targata OpenAi si baserà sull’interazione con un modello di intelligenza artificiale che utilizza un linguaggio naturale, sulla falsa riga della Search Generative Experience di Google. "Nessuno ancora è riuscito a combinare Large Language Models e la ricerca, mi piacerebbe farlo" ha detto il mese scorso in una intervista Sam Altman, il Ceo di OpenAI.
Tra gli aspetti non chiari, la posizione di Microsoft che ha finanziato in modo consistente (13 miliardi di dollari) la società guidata da Sam Altman e ha già iniziato le prove tecniche di integrazione di ChatGpt nel suo motore di ricerca Bing. Con un proprio motore di ricerca, OpenAI farebbe concorrenza non solo a Google ma anche a uno dei suoi principali sostenitori.
Nel puzzle si inserisce anche Apple: secondo indiscrezioni di Bloomberg, sta intensificando le trattative con OpenAI per una possibile integrazione di ChatGpt sui melafonini. Anche se nel frattempo è Google a sborsare ogni anno miliardi di dollari a Cupertino per rimanere la scelta di ricerca predefinita sugli iPhone.
Dal canto suo Google sta inserendo gradualmente il chatbot Gemini sia nella ricerca sia in alcune sue app popolari e, secondo il Financial Times, starebbe valutando la possibilità di far pagare per alcune funzionalità potenziate dall’IA. Le novità potrebbero essere svelate nella conferenza degli sviluppatori, il 14 maggio.
red. eco.