Roma, 27 dicembre 2024 – Mezz’ora di passaggio in Commissione Bilancio al Senato e la manovra va subito in Aula. Quanto basta per far insorgere l’opposizione, ma anche per suscitare le dimissioni (poi smentite o ridimensionate al rango di “non incarico”) del relatore di maggioranza. “Chiedo al presidente” della commissione “di farsi mediatore perché non ci sia più la singola lettura, perché si torni alla doppia lettura dopo il 2018”, avvisa Guido Liris, capogruppo di FdI in commissione.
Un gesto che indica i malumori della maggioranza e che trova sponda, del resto, proprio nel ministro dell’Economia: “Non so da quanti anni purtroppo è così – spiega Giancarlo Giorgetti –. Siccome la legge di contabilità bisogna riformarla comunque in base alle nuove regole europee, è già partito un lavoro preliminare. Però giustamente è materia parlamentare non di governo. La revisione un po’ dei meccanismi e anche delle regole è necessaria”.
Ed è lo stesso responsabile del dicastero di Via XX Settembre, però, a difendere a spada tratta una manovra ‘prudente’. Con l’unico rammarico di “non aver potuto fare di più per la famiglia e i figli”. L’opposizione, però, non ci sta e attacca nel merito e nel metodo la legge di Bilancio. Il che non impedirà il via libera con la fiducia nella giornata di oggi, in modo che la manovra possa entrare in vigore dal primo gennaio. Da segnalare, però, la benedizione alla gestione della finanza pubblica arrivata da Mario Monti, l’ex premier inviso alla destra. Monti spiega che il “primo giudizio sulla manovra è molto positivo, per quel che riguarda l’attenzione al bilancio pubblico e quindi al rispetto dei futuri italiani di cui questo governo ha dato prova".