Venerdì 27 Settembre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Nuovo decreto flussi: più click day all’anno e richieste precompilate. Come funzionerà

Il governo varerà oggi in Consiglio dei ministri il testo con le regole aggiornate per i migranti e il lavoro. Si punta a snellire la burocrazia, ma i controlli saranno più rigorosi

Roma, 27 settembre 2024 – Cambiano le regole per l’ingresso degli immigrati per lavoro: ci saranno più click day durante l’anno per i differenti settori; scatterà la precompilazione delle domande per individuare i fabbisogni reali di manodopera; verrà introdotto un tetto massimo alle domande per datore di lavoro; partiranno controlli automatizzati per escludere le richieste infondate e verifiche a tappeto contro le infiltrazioni della criminalità organizzata; fino alla digitalizzazione dei contratti di lavoro.

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Oggi il Consiglio dei ministri varerà nuove regole per il decreto flussi

Sono queste le principali e rilevanti novità che il governo varerà oggi in un decreto legge ad hoc all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri. Cambiamenti significativi secondo le linee-guida messe a punto, come regista, dal sottosegretario alla Presidenza, Alfredo Mantovano. Resta aperto, invece, il nodo degli extracomunitari già entrati, ma rimasti senza lavoro: il ministero del Lavoro ipotizza “un permesso in attesa di lavoro”.

Una diagnosi preoccupante

Alla base della svolta, come ha spiegato Mantovano alle parti sociali, c’è l’individuazione di anomalie preoccupanti: richieste di far affluire in Italia lavoratori stranieri da parte di imprese localizzate su alcuni territori (in particolare, la Campania) manifestamente eccedenti rispetto alla capacità di assorbimento del tessuto imprenditoriale dei territori stessi; mancata stipulazione, una volta entrati, di un contratto di lavoro (in Campania, meno del 3%). “Per la portata dei numeri e dei territori maggiormente interessati, è verosimile l’ipotesi – ha sottolineato il sottosegretario – dell’esistenza di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata nella gestione delle domande”. Non basta. “Quel che è sicuro è che ci troviamo di fronte a un meccanismo di frode e di aggiramento delle dinamiche di ingresso regolare, con la pesante interferenza del crimine organizzato, che oltre a descrivere un fenomeno delinquenziale, di fatto impediscono ai decreti flussi di effettuare l’incrocio tra disponibilità di lavoratori di Paesi extra Ue e richiesta delle imprese”.

I cambiamenti in arrivo

Le novità in arrivo riguardano, dunque, il meccanismo di ingresso nel suo insieme. Si punta a incentivare la precompilazione delle domande, anticipata rispetto al click day, ampliando e rendendo effettivi così i tempi per i controlli e i controlli stessi. I fabbisogni di manodopera – e, di conseguenza, le quote – verrebbero definiti sulla base delle domande precompilate. La messa in rete di tutte le banche dati con il sistema informatico per le domande permetterebbe una verifica immediata dei dati inseriti nella richiesta, con controlli automatizzati per arrivare alla inammissibilità delle richieste palesemente infondate.

L’altro cambiamento significativo consiste nella previsione di più click day durante l’anno e specializzati, per tipologie di settori: ogni comparto avrebbe uno o più appuntamenti. Non basta. I datori di lavoro che non hanno provveduto alla stipula del contratto di lavoro dopo l‘ingresso dello straniero in Italia vedrebbero precluso l’accesso al sistema con i successivi decreti flussi. E, per ogni datore, sarebbe previsto un tetto massimo di domande, in relazione alle dimensioni dell’azienda, per evitare che i singoli datori chiedano fittiziamente di avere alle proprie dipendenze centinaia di lavoratori. Si prevede il mantenimento dei canali di ingresso speciali, anzitutto per i rifugiati e per gli apolidi. Il tutto accompagnato da semplificazioni amministrative di varia natura e dalla redazione informatizzata del contratto di soggiorno, per rispettare il termine degli 8 giorni dall’ingresso in Italia del lavoratore. Attualmente possono trascorrere anche 8-9 mesi, con tempi che sono concausa del malfunzionamento del sistema perché dopo mesi il datore di lavoro probabilmente non ha più interesse a impiegare quel lavoratore.