La riforma fiscale è stata approvata dal governo. Per ora, però, è solo uno schema, una cornice di principi e regole che andrà poi concretamente riempita con i decreti attuativi. La parola, insomma, passa ora al Parlamento. E il percorso sarà completato entro due anni.
Dal 2024 debutterà sicuramente il nuovo regime dell'Irpef con tre aliquote. In attesa della flat tax, l'imposta unica per tutti, che dovrebbe scattare a fine legislatura. Ma che cosa cambia, in concreto, nelle nostre tasche?
Come cambia l'Irpef
Due le ipotesi in campo. Nella prima resterebbe l'aliquota al 23% per i redditi fino a 15mila euro, poi ci sarebbe uno scaglione del 27% fino a 50 mila euro e un'imposta al 43% per i redditi oltre i 50mila euro.
Nella seconda ipotesi, il primo scaglione si fermerebbe a quota 28mila euro di reddito, con un'aliquota al 23%. Il secondo scaglione arriverebbe a 50mila euro con un'Irpef al 33% mentre, al di sopra di questa soglia, resterebbe ferma l'attuale Irpef al 43%.
Attualmente, le fasce Irpef sono quattro: il 23% fino a 15mila euro, il 25% da 15mila a 28mila euro, il 35% da 28mila a 50mila euro e il 43% oltre questa soglia.Cosa succede in busta paga Chi oggi guadagna tra i 15 mila e i 28 mila euro, quindi, andrebbe a pagare il 2% in più di tasse, percependo uno stipendio netto inferiore. Beneficeranno invece della misura quelli che hanno un reddito imponibile compreso tra i 28 mila e i 50 mila euro. M
entre, fino a 34mila euro di reddito, si avrebbe un appesantimento dell'Irpef. Ma il governo potrebbe anche vedere forme di compensazione per i redditi più bassi agendo sulle detrazioni. Nella seconda ipotesi, invece, i risparmi sarebbero distribuiti su tutte le fascie. Facciamo qualche esempio. Per chi guadagna 20mila euro all'anno, nella prima ipoitesi pagherenne 150 euro di tasse in più, nella seconda 100 euro di Irpef in meno.
Prendiamo, poi, il caso di un lavoratore dipendente con un reddito di 30mila euro. Attualmente versa nelle casse dello Stato dirca 7.400 euro di Irpef all'anno. Nella prima ipotesi, con lo scaglione intermedio al 33%, pagherebbe 7.650 euro di tasse, con un aggravio di 250 euro. Se passasse, invece, la seconda ipotesi, risparmierebbe 300 euro, versando 7.100 euro di Irpef.Per un reddito di 50mila euro, ci sarebbe nel primo caso un risparmio di oltre 1100 euro e nel secondo un taglio delle imposte di circa 700 euro.
Detrazioni e deduzioni
Il taglio dell'Irpef dovrebbe portare fra i 5 e i 10 miliardi in meno nelle casse dello Stato. Soldi che il governo vuole raccogliere con una revisione delle cosiddette tax expenditures, la giungla di 620 fra detrazioni e deduzioni fiscali che costano, ogni anno, circa 150 miliardi di euro.
L'idea è di far scattare per queste agevlolazioni una sorta di calcolo forfettizzato legato al reddito, alla composizione del nucleo familiare e ai costi sostenuti per i figli. In sostanza, gli sconti si ridurranno gradulamente al crescere del reddito fino ad un progressivo azzeramento (si parla di 120mila euro) per chi guadagna di più.
Non sarebbero toccate, però, le detrazioni più importanti, come gli sconti fiscali per l’acquisto della prima casa o per le spese mediche: due voci che da sole valgono circa 7 miliardi di euro di incassi in meno per l’erario.
Salvi anche gli sconti sulle spese scolastiche. Ma, per il resto, se il piano dei tagli sarà realizzato, parecchie categorie che oggi godono di detrazioni finirebbero per pagare più tasse. E’il caso, ad esempio, dei piccoli autotrasportatori, che prederebbero lo sconto fiscale sul gasolio di 0,21 euro al litro.No tax area pensionati Aumenta la no tax area per i pensionati. Che sarà allineata a quella dei dipendenti. In sostanza, non si pagheranno tasse per redditi fino a 8500 euro all'anno. Per i pensionati significa un ulteriore spazio di esenzione fiscale di circa 500 euro.