L’operazione va nella linea indicata da Mario Draghi nel suo rapporto sul futuro della competitività europea. Cioè nell’evitare quella frammentazione e il minore sviluppo delle reti ultrabroadband e 5G che penalizza il comparto europeo delle telecomunicazioni rispetto a Stati Uniti, Giappone e Cina. "Con il closing ufficiale, avvenuto l’altro giorno, si completa la più importante operazione di consolidamento degli ultimi anni sul mercato delle telecomunicazioni in Italia", conferma Walter Renna, ceo della neonata società Fastweb + Vodafone, frutto dell’acquisizione di Vodafone Italia da parte del Gruppo elvetico Swisscom avvenuta il 31 dicembre. Obiettivo, l’integrazione di infrastrutture fisse e mobili, nonché delle competenze e degli asset complementari di Fastweb e Vodafone, per dare vita a un operatore convergente leader del mercato italiano.
"Già a partire dai prossimi giorni lavoreremo per avviare il processo di integrazione tra le due società, liberarne rapidamente il potenziale e offrire ai clienti in tutti i segmenti di mercato servizi ancora più innovativi e dalle prestazioni elevate", annuncia Renna. "Inauguriamo una nuova era delle telecomunicazioni in Italia – continua – Cogliendo l’opportunità di unire le forze, creiamo un’organizzazione più forte e più innovativa per condurre l’Italia verso un futuro digitale sostenibile". Una sola società, con un comitato esecutivo di nuova costituzione e che mantiene i marchi commerciali esistenti: Fastweb, Vodafone e ho. Un gigante delle tlc con oltre 20 milioni di linee mobili e 5,6 milioni di fisse, con oltre 20.000 siti radiomobili e una rete fissa proprietaria articolata su oltre 74.000 chilometri.
L’integrazione porterà "economie di scala, una struttura dei costi più efficiente e sinergie di circa 600 milioni l’anno a regime", dice Renna. La nuova società "avrà la capacità finanziaria per continuare ad investire in infrastrutture e innovazione". Swisscom srafforza il suo posizionamento in Italia anche se i costi dell’integrazione fino a 200 milioni di euro la costringono a rivedere le attese sull’Ebitda per il 2024 a 4,3-4,4 miliardi di franchi svizzeri. Esclusi impatti sul free cashflow, precisa il gruppo svizzero; le previsioni per il fatturato, gli investimenti e il dividendo per l’anno 2024 rimangono invariate.