Milano, 23 novembre 2016 - Continua la "faticosa risalita" del mercato immobiliare in Italia, ma non si arresta la caduta dei prezzi (anche se a ritmo moderato). L'analisi del terzo Osservatorio Immobiliare 2016 di Nomisma non toglie incertezze in un settore che ha pagato uno dei prezzi più alti della crisi. Ma in un contesto "nuovamente incerto", non manca l'ambizione del rilancio, alimentata, in particolare, ritorno di interesse della domanda per l'investimento nel 'mattone' che, nonostante la precarietà delle prospettive e le fragilità reddituali, nel nostro Paese rimane un pilastro dell'allocazione familiare. A livello territoriale, sono i mercati metropolitani del Centro-Nord (Bologna, Firenze e Milano e a seguire Venezia) ad avere una posizione di vantaggio sulla via del rilancio, mentre tra quelli che manifestano tuttora un ritardo si segnalano i mercati del Sud, Roma, Padova e soprattutto Genova. Le ricadute di tale scenario, "se in termini di attività transattiva non impediscono il mantenimento di un`intonazione tuttora positiva, dal punto di vista dei prezzi inducono a delineare per i prossimi anni un quadro di sostanziale stagnazione, a cui solo poche avanguardie territoriali paiono nelle condizioni di fare eccezione".
I NUMERI - Il centro studi prevede che il 2016 si chiuderà con un incremento dell'attività transattiva del 12,3%. A guidare il cambiamento è in particolare il settore residenziale, il quale in tre anni è cresciuto del 23,3%, mentre per l'insieme degli immobili di impresa, l'aumento è stato più contenuto e nell'ordine del 13%. Per quanto riguarda i prezzi, invece, prosegue il calo anche se con un intensità in calo. Su base semestrale l'ultima variazione è contenuta in un range minimo che va da -1,1% a -0,6% nella seconda parte dell'anno. Il trend proseguirà anche il prossimo anno (attese a -0,8%) mentre una debole ripresa potrebbe arrivare solo nel 2018.
LOCAZIONE - Un altro indicatore di mercato degno di attenzione è rappresentato dal rendimento lordo annuo da locazione. In media, negli ultimi tre anni i ritorni di un investimento nel settore immobiliare si sono attestati nell'ordine del 5% per le abitazioni e gli uffici e del 7% per i negozi. I tempi di assorbimento degli immobili offerti sul mercato e lo sconto sui prezzi richiesti sono tra gli indicatori che più tempestivamente rappresentano le tendenze in atto sui diversi segmenti del mercato. Da alcuni semestri si assiste a una riduzione contenuta, ma costante, di tempi e sconti che descrive una migliorata condizione di liquidità degli immobili, che, a sua volta, si traduce in un aumento delle compravendite.
BANCHE E MATTONE - Il legame che si è stabilito nell'ultimo decennio tra scelte bancarie e mercato immobiliare, si legge nel rapporto di Nomisma, "appare di gran lunga più stretto di quanto si sarebbe portati a pensare, limitandosi ad osservare l`incidenza dello stock di debito delle famiglie italiane sul Pil". Tale relazione, che nell'ultimo biennio è stata fattore propulsivo della ripresa, "espone inevitabilmente il settore alle fluttuazioni tipiche dei contesti più finanziarizzati, riducendone di fatto il potenziale anticiclico. Si tratta di un fenomeno che nel nostro Paese rischia di essere ancora più marcato che altrove, in ragione della precarietà della prospettiva economica generale, oltre che dell`esposizione del sistema bancario in fatto di crediti deteriorati". L'ammontare delle sofferenze, associato alla limitata efficacia delle iniziative messe in campo per smaltirle, "non consente, infatti, di ipotizzare ulteriori eccessi proattivi, i cui effetti rischierebbero di rivelarsi disastrosi". L'incidenza delle compravendite finanziate sul totale passa dal 44% del 2016 al 59,8% attuale.