Venerdì 11 Ottobre 2024
Giacomo Lippi
Economia

No profit, rallenta la decrescita delle istituzioni in Italia e aumenta il numero dei dipendenti: i dati Istat sul settore

L’analisi, effettuata in occasione delle Giornate dell’Economia Civile in programma a Bertinoro (FC), mostra anche un basso numero delle INP che puntano ad innovarsi, pari soltanto all’8,3% del totale

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Dati Istat sul settore no profit

Bertinoro (FC), 11 ottobre 2024 – In occasione dell’appuntamento annuale con le Giornate per l’Economia Civile, in programma a Bertinoro (FC), sono stati presentati gli ultimi dati aggiornati di Istat relativi alla situazione e alle trasformazioni del settore non profit negli ultimi dieci anni. Nel corso della rassegna, a cura di Aiccon – Centro Studi dell’Università di Bologna, si è evinto come per il non profit ultimamente si sia stabilizzato il numero delle istituzioni, fermo a 360.061 unità, mentre sia in continua crescita quello relativo ai dipendenti (919.431 in tutto, per un aumento del +2,9%). Sempre dai dati Istati emerge, inoltre, un aumento dell’incidenza e del peso delle istituzioni no profit (INP) maggiormente strutturate: si nota infatti come le INP dai 17 anni di attività in su registrano un aumento del 4,3% in termini di quantità dei dipendenti. In netta crescita le fondazioni, che registrano un importante +13,2%, e delle Associazioni di promozione sociale, a scapito di un calo della cooperazione sociale. In ripresa, infine, anche le attività di volontariato dopo la diminuzione del 2021.

INP e innovazione

Nell’ultimo triennio, partendo dall’analisi del 2021, le istituzioni non profit che hanno dichiarato di avere aderito a un progetto di innovazione sociale sono poco meno di 30mila, cifra pari all’8,3% del totale. Tra esse, spiccano le cooperative sociali, con un peso specifico sul totale del 7,7%, e le fondazioni, pari al 3,9%. Tra i dati da seguire con maggiore interesse vi è, inoltre, quello relativo alle istituzioni no profit innovatrici che si distinguono dalle altre per via della loro tendenza alla pubblica utilità e alla solidarietà (si parla di ben 8 INP innovatrici su 10 interessate all’orientamento solidaristico). Ben due terzi delle INP innovatrici, invece, hanno come principale scopo il supporto a soggetti deboli e a categorie protette: circa la metà di esse indirizzano le proprie attività alla promozione e tutela dei diritti.

Tra i settori nei quali le INP agiscono maggiormente prevalgono la cultura, lo sport e le attività ricreative di ogni tipo. I dipendenti di ognuna di esse, invece, sono mediamente attivi soprattutto nel welfare, che può comprendere al proprio interno l’assistenza sociale, l’istruzione e la sanità. Negli ultimi anni è stato registrato un buon aumento delle istituzioni non profit nei settori inerenti ad attività ricreative, filantropia e diritti, mentre sono in calo quelle relative a religione, istruzione e ricerca.

Elementi innovativi ed effetti positivi

Le istituzioni no profit che mirano ad innovarsi costantemente sono anche quelle che puntano ad una maggiore innovazione digitale e al coinvolgimento delle reti e del territorio. Il 55% di esse, ad esempio, possiede attorno a sé una rete multi-stakeholder, il 74,6% agisce insieme alla Pubblica Amministrazione e il 67% con i destinatari delle varie attività. Quasi tutte le INP innovatrici, inoltre, utilizzano almeno una tecnologia digitale (95,5%), poco più della metà (55,5%) usa le piattaforme digitali e 4 su 10 un’applicazione mobile. Una certa quantità di INP ha dichiarato di avere innovato i processi (1/3), individuato nuove tipologie di utenti (il 23,9% di esse) e rigenerato un luogo (19,1% del totale). Un settore, perciò, che strizza all’occhio allo sviluppo e all’innovazione e lo fa in maniera costante.

Nel 65,3% dei casi, le INP hanno realizzato il proprio processo di innovazione grazie alla collaborazione con altri soggetti, pubblici o privati, mentre nel 50,8% delle situazioni hanno svolto loro stesse il ruolo di promotore. L’innovazione sociale è necessaria e ha come possibile scopo quello di cambiare le organizzazioni del terzo settore generando effetti positivi sulle attività e la produzione. Da sottolineare, infine, che oltre il 56% delle INP innovative è riuscita a cambiare anche il modo di lavorare dei propri dipendenti.

“C’è bisogno di trasformazione”

"Non basta più promuovere buone soluzioni – ha dichiarato il direttore dell’Aiccon, Paolo Venturi –. È necessario creare nuove istituzioni e, insieme a esse, contribuire a ridisegnare le regole del gioco che sono alla base della crescente incertezza e vulnerabilità. Le Giornate di quest'anno vogliono essere un’occasione di confronto e proposta, con l’obiettivo di rafforzare e stimolare l'economia sociale verso un rinnovato protagonismo. Crediamo che dietro ogni bisogno ci sia bisogno di trasformazione, di cambiare le regole del gioco e l’innovazione sociale è alla base di tutto questo. Come emerge dai dati ISTAT presentati oggi qui a Bertinoro in anteprima, l'innovazione non è semplicemente una finalità, ma è una grande palestra dove fare change management, cioè provare proprio a cambiare le istituzioni”