Mercoledì 22 Gennaio 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Ncc, il Tar sospende l’obbligo di 20 minuti di pausa tra le corse

Accolto il ricorso degli autisti, che oggi hanno protestato in diverse città italiane. L’Unione Nazionale Consumatori: “Vittoria della giustizia. Illeggittimo il decreto Salvini”

Roma, 12 dicembre 2024 – Dopo aver bocciato la precettazione firmata dal ministro Matteo Salvini, che riduceva a 4 ore la durata dello sciopero generale dei trasporti proclamato per venerdì 13 dicembre dai sindacati di base, il Tar del Lazio ha sospeso parzialmente anche il decreto interministeriale Salvini-Piantedosi sugli Ncc (il 226 del 16 ottobre), nella parte in cui stabiliva che gli autisti devono attendere 20 minuti fra una corsa e l'altra. Il tribunale ha accolto il ricorso presentato dall'associazione Ncc Italia.

La manifestazione di protesta degli autisti a Firenze
La manifestazione di protesta degli autisti a Firenze

La sospensiva è stata disposta fino alla trattazione del ricorso in camera di consiglio, fissata per il 13 gennaio 2025. Proprio oggi, giovedì 12 dicembre, gli autisti del noleggio con conducente, da Uber a Limolane a Transfeero, hanno manifestato in dodici città italiane.

Francesco Artusa, dell'associazione di categoria Sistema Trasporti, si è rivolto direttamente alla premier: "Presidente Meloni, il suo governo non solo sta disturbando le nostre imprese, sta disturbando soprattutto i nostri clienti”. Ma i rivali degli Ncc, i tassisti, la pensano diversamente. “La normativa – ha dichiarato Claudio Giudici, presidente di Uritaxi – stabilisce che gli Ncc, in quanto servizio da rimessa, non possano acquisire un servizio su piazza come un taxi, ma debbano acquisirlo appunto dalla propria rimessa comunale. Invece, il Governo sta consentendo loro, di fatto, di poterlo acquisire anche su piazza, basta che sia decorso un tempo 'congruo’ dalla fine dell'ultimo servizio”.

"Vittoria della giustizia e dei consumatori che avrebbero pagato quella siesta obbligatoria, atteso che gli Ncc avrebbero avuto minori ricavi a parità di ore lavorate e, quindi, avrebbero finito inevitabilmente per traslare questa tassa Salvini sui clienti", ha affermato Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. Che ha aggiunto: "Ora speriamo di non assistere al solito attacco contro i giudici cattivi, atteso che il ministro pretendeva con un atto amministrativo di modificare la ratio di una legge e aggirare la sentenza della Consulta – ha concluso il leader della Unc –. Auspichiamo, anzi, che i giudici sollevino la questione di illegittimità costituzionale di quel decreto, atteso che con un decreto si volevano limitare alcune libertà espressamente garantite dalla Costituzione”.