Martedì 16 Luglio 2024
LUCA RAVAGLIA
Economia

Cosa succederà alle rate dei mutui a settembre? Le previsioni dell’esperto

Le analisi di Angelo Spiezia, amministratore delegato di Telemutuo in vista di un ulteriore aumento dei tassi della Bce dopo le vacanze

Terminate le vacanze, gli italiani dovranno tornare a fare i conti con le scelte di politica monetaria della Banca Centrale Europea. Detta così, suona come un argomento lontano (separato dalla stringente attualità quanto meno dal relax ferragostano), ma in realtà la questione è e continuerà ad avere concretissime ripercussioni sulla vita di tutti i giorni, comprese quelle legate ai tassi dei mutui abitativi.

Crediti iStock -  Mutuo a tasso variabile con cap
Crediti iStock -  Mutuo a tasso variabile con cap

Nell’intento di riportare nei binari della normalità l’inflazione infatti, dopo aver alzato il costo del denaro di 25 punti base nell’ultimo meeting del 27 luglio, il direttivo della Bce dovrebbe continuare a intervenite sul livello dei tassi con un nuovo aumento nel mese di settembre, il decimo dall’avvio della fase rialzista.

Inflazione ancora troppo alta

Se è vero infatti che il costo della vita si è portato a giugno al 6,4% in Italia e al 5,5% in Europa, è vero anche che il livello attuale si discosta ancora molto dal target Bce del 2% imponendo cautela. Nel frattempo, l’ultimo rialzo dello 0,25% di fine luglio era già stato in buona parte scontato dai mercati. “Questo nuovo intervento sta avendo ripercussioni abbastanza limitate sulle rate dei mutui -, sottolinea Angelo Spiezia, amministratore delegato di Telemutuo -. Nel caso di un finanziamento ipotecario da 100.000 euro, un aumento dello 0,25% comporta infatti un aumento della rata mensile che va dai 12 euro per le durate medio/brevi ai 14 euro per le durate più lunghe”.

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Lo scenario attuale

Complessivamente in ogni caso la crescita dei tassi di interesse sta rallentando e ci si avvia verso una fase di plateau, determinata anche dalla speranza che questa stagione si stia avvicinando al termine e che nel 2024 possa iniziare la discesa.

Il tasso fisso

Nell’imminente c’è quindi da aspettarsi una fase di stabilizzazione, come già stanno indicando i parametri che guardano al lungo periodo, da qualche tempo in rallentamento, come l’IRS, l’indice di riferimento per i mutui a tasso fisso. Questo è stato il primo tasso d’interesse ad aumentare nella primavera 2022 per poi stabilizzarsi sostanzialmente attorno al 3%. Per esempio, a fine gennaio 2022 l’Irs 10 anni valeva +0,4%, ad aprile 2023 +2,9% e a fine luglio si attesta su +3,1%. Lo stesso si può dire per l’Irs 20 anni, che a fine febbraio segnava +3% e ora +2,95%. Gli Irs che guardano al futuro più lontano, ovvero 25, 30 e 40 anni, hanno invece un valore più basso, rispettivamente +2,80%, +2,77% e +2,51%. “Per fare un esempio, oggi un mutuo trentennale di 100.000 euro con TAN +3,25% porta a una rata di 435 euro, mentre un mutuo ventennale, quindi più breve, per la stessa cifra e TAN +3,55% determina una rata di 582 euro, quindi circa 150 euro in più”. La riflessione è di Spiezia secondo cui, in questo periodo, anche chi potrebbe permettersi di pagare una rata più elevata con un mutuo di media durata, ha la convenienza a stipulare un finanziamento a lunga durata e accantonare mensilmente la quota risparmiata. Procedendo poi con estinzioni parziali o totali, che hanno costo zero, si potrà chiudere il prestito prima della sua naturale scadenza, con un buon risparmio complessivo sugli interessi.

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I mutui a tasso variabile

Contrariamente all’Eurirs, l’Euribor, ovvero l’indice più diffuso per i mutui a tasso variabile, è aumentato più lentamente nel corso del 2022. Oggi l’Euribor a un mese vale +3,55%, l’Euribor a 6 mesi +3,95%, l’Euribor 12 mesi +4,11%. “Dobbiamo aspettarci che la rata mensile per i finanziamenti a tasso variabile possa salire ancora un po’ – prevede ancora Spiezia - Calcolando che negli ultimi 12 mesi c’è già stato un aumento medio di oltre 200 euro, chi ha questo tipo di finanziamento in corso può quindi valutare con la propria banca la possibilità di rinegoziare il mutuo, passando dal tasso variabile a quello fisso senza costi aggiuntivi, come previsto dalla legge di bilancio per il 2023, oppure può chiedere una surroga verso il tasso fisso a un nuovo istituto di credito, in modo da mettersi al riparo dal rischio di ulteriori rialzi”.

Mutuo a tasso fisso o variabile?

Oggi la maggior parte dei mutuatari si rivolge verso il tasso fisso per tutelarsi dal rischio di ulteriori rialzi della rata a seguito dell’aumento atteso del costo del denaro. “Anche se il costo del mutuo a tasso fisso è più che triplicato in 12 mesi, si attesta su livelli ancora molto lontani rispetto a quelli osservati prima del 2010 - è l’analisi di Telemutuo - Il discorso vale a maggior ragione se si considera l’attuale contesto inflattivo: negli ultimi 10 anni, infatti, i tassi fissi si sono mantenuti sempre al di sopra rispetto alla svalutazione del denaro, e solo negli ultimi mesi si è verificata questa situazione anomala in cui il livello dei saggi risulta nettamente inferiore rispetto al tasso di inflazione”.

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Mutuo giovani, meglio affrettarsi

Per i giovani in cerca di una casa, parte delle agevolazioni previste dal governo per gli under 36 sono state prorogate al 30 settembre ma non c’è ancora visibilità su cosa potrebbe succedere dopo quella data.

Fondo Gasparrini per i mutui prima casa

Un’altra novità riguarda il Fondo Gasparrini, attraverso il quale possono chiedere di sospendere il pagamento delle rate del mutuo alcune categorie di persone, come i lavoratori che sono in cassa integrazione o che hanno perso il lavoro, i liberi professionisti o le partite Iva con difficoltà economiche, le cooperative edilizie.