Giovedì 19 Dicembre 2024
EMILY POMPONI
Economia

Il mutuo prima casa oggi costa meno rispetto a 30 anni fa. Ecco perché

Il confronto fra il costo finale di un finanziamento ipotecario nel 1990 per l’acquisto della prima casa e quello di oggi secondo Telemutuo

Dati e cifre di un mutuo stipulato oggi e nel 1990

Milano, 15 maggio 2023 – Il mutuo acceso dai genitori trent’anni fa è costato quasi il doppio di quello dei figli siglato oggi. A comunicarlo è l’Ufficio Studi di Telemutuo ha effettuato un confronto fra il costo finale di un finanziamento ipotecario acceso da una coppia nel 1990 per l’acquisto della prima casa e quello quello di un giovane under 35 che si appresta a comprare oggi la sua abitazione. E il risultato è sorprendente.

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Il confronto

Ipotizzando l’accensione di un mutuo a tasso fisso con durata di 30 anni di pari importo 100.700 euro (pari a 195 milioni di lire del 1990) si scopre che il costo finale, a fine rimborso, da parte di un giovane di oggi ammonta a 162.000 euro rispetto agli oltre 292.000 euro pagati dai genitori sul finanziamento richiesto nel 1990. Per un giovane di oggi, questo si traduce in un risparmio superiore a oltre 132.000 euro rispetto a quanto pagato dai genitori per un mutuo dello stesso importo.

La surroga e la rinegoziazione

Parte di questo grande risparmio si deve all’introduzione dei due grandi strumenti finanziari della rinegoziazione, ossia la ridiscussione dei tassi d’interesse con la propria banca, e la surroga, invece il trasferimento gratuito del debito bancario presso un nuovo istituto. Come spiega Angelo Spiezia, amministratore delegato di Telemutuo, le condizioni di finanziamento per l’acquisto della prima casa sono migliorate non solo per il calo dei tassi d’interesse, ma anche e soprattutto per il beneficio offerto dall’ingresso nel mercato del Decreto Bersani. Dal 2007, infatti, tale legge consente al mutuatario di ottimizzare le proprie condizioni finanziarie con la possibilità di rinegoziare tasso o durata del mutuo, così come di migrare il proprio mutuo verso tassi più convenienti grazie alla surroga. Nel 2010, tuttavia, con un tasso Irs sotto il 4% il mutuo acceso nel 1990 da una famiglia presentava un evidente vantaggio economico nella rinegoziazione a seguito della riduzione del tasso attorno al 5,5% con un’inflazione all’1,5%.

Tassi di interesse e i costi 30 anni fa

Qualche decennio fa il tasso applicato dalle banche era sicuramente maggiore. Secondo l’analisi, nel 1990 si attestava addirittura attorno al 14% a fronte di un tasso di inflazione del 6,5%. Già sette anni più tardi, i tassi si erano dimezzati arrivando al 7% inducendo le famiglie a sostituire il primo mutuo con uno più conveniente. A quei tempi, tuttavia, questo genere di operazione comportava dei costi che oggi, grazie al Decreto Bersani, non esistono più. Per ‘spostare’ il proprio mutuo presso una nuova banca, il mutuatario doveva spendere circa 1.300 euro per atto notarile e spese di istruttoria. Oggi la surroga è gratuita e rappresenta dunque una chiave per sfruttare a proprio vantaggio l’andamento di mercato e l’abbassamento dei tassi d’interesse.