Specialmente nel corso degli ultimi anni si è registrato un andamento al rialzo dei tassi di interessi, motivo per cui chiedere un mutuo è diventato sempre più gravoso per i cittadini. Gli istituti di credito, dal loro punto di vista, hanno sviluppato nel corso di questi anni dei meccanismi che gli consentano di vendere mutui e che, allo stesso tempo, possano risultare attrattivi per i clienti. Rientra in questa fattispecie il mutuo a tasso variabile con cap, ovvero una modalità di prestito contraddistinta da un tetto massimo del tasso che, comunque, resta variabile e indicizzato all’Euribor.
Mutuo a tasso variabile con cap, cosa sono
Quando si parla di mutuo a tasso variabile con cap si fa riferimento ad una particolare modalità di prestito nel quale è previsto uno stop, o tetto, al possibile innalzamento del tasso di interesse. Trattandosi di una formula a tasso variabile, questo può mutare, ma mai andando oltre la soglia massima che è stata sottoscritta dalle parti in sede contrattuale. Inoltre l’indice di riferimento, anche nel caso dei cap, è quello dei mutui variabili, ovvero l’Euribor: se questo cresce sale anche il tasso e viceversa. È in virtù di tale aspetto che si comprende la grande convenienza in questa fase storica dei mutui variabili con cap. I tassi, infatti, sembrano essere diretti verso nuovi e frequenti innalzamenti, motivo per cui avere un tetto massimo di spesa può rappresentare un vantaggio non trascurabile per chi deve avviare un mutuo. Va tuttavia precisato che, nella stragrande maggioranza dei casi, il cap fissato dalle parti non ha effetto immediato, ma si sblocca solo dopo un certo periodo di tempo, solitamente 10 anni o 20 anni. Oltre questa soglia temporale, dunque, i destinatari del mutuo non potranno mai vedere oltrepassato il limite stabilito nel contratto.
Mutuo a tasso variabile con cap, quando conviene?
Come in parte già accennato in precedenza, un mutuo a tasso variabile con cap può rappresentare una convenienza per i clienti soprattutto in periodi storici contraddistinti dall’elevata possibilità di aumenti dell’Euribor. Il principale vantaggio sta quindi nel fatto che se i movimenti dei tassi di riferimento dovessero eccedere la soglia del cap, la rata che il cliente dovrà pagare resterà costante e ferma alla soglia limite. Se ne deduce che il mutuo con cap può essere la scelta ideale per chi vuole un mutuo variabile, in virtù di rate inferiori, ma non vuole correre del tutto il rischio di ritrovarsi ad avere a che fare con tassi di interesse troppo alti. Seguendo questa modalità, infatti, si potrebbe arrivare al massimo ad un rata simile a quella di un tasso fisso, avendo però la possibilità che tale opzione non si verifichi mai. Malgrado gli evidenti benefici dei mutui a tasso variabile con cap, vanno considerati anche gli svantaggi legati a questa tipologia di prestito. Il più evidente riguarda la presenza di uno spread più alto rispetto ad un mutuo a tasso variabile normale. Il motivo è presto detto: la maggiore sicurezza offerta dal cap comporta dei costi più alti per il cliente. In questo aspetto, dunque, si segue un po’ la logica dei mutui a tasso fisso che, restando uguali nel tempo, sono già in partenza più alti rispetto a quelli variabili.