Sabato 18 Gennaio 2025
ANDREA ROPA
Economia

Mutui, i tassi scendono ancora. E cresce la voglia di comprare casa

A dicembre si fermano al 3,10% contro il 4,42% di un anno prima. Ma nei primi giorni del 2025 l’Irs è risalito

Il calo dei tassi spinge le famiglie italiane a comprare casa con il mutuo. Gli interessi sulle nuove operazioni rilevati dall’Abi, infatti, continuano a scendere, raggiungendo a dicembre il 3,10% contro il 3,23% di novembre e il 4,42% di dicembre 2023. Di conseguenza, calcola il sindacato bancario Fabi, i prestiti per la casa sono aumentati di 4,3 miliardi (+1%) dai 420,8 miliardi di maggio 2024 ai 425,1 miliardi di novembre. Tuttavia a inizio 2025, evidenzia il presidente dell‘Abi Antonio Patuelli, siamo in "una fase di passaggio nell‘incertezza verso tassi più bassi, che però vengono contrastati da rigurgiti inflazionistici e da un‘incertezza mondiale di carattere economico-finanziario". Un andamento che ha portato l’Irs a 10 anni, indice di riferimento per i mutui a tasso fisso, a salire nei primi giorni di gennaio al 2,50% dal 2,23 di fine 2024. Un’inversione che bisognerà vedere se sarà confermata nelle prossime settimane, in controtendenza rispetto alla strada della riduzione del costo del denaro intrapresa dalla Bce, che ha abbassato i tassi d’interesse per quattro volte fra giugno e dicembre portandoli al 3%.

I numeri deludenti su Pil e nuovi investimenti pesano sui prestiti a imprese e famiglie. A dicembre l’Abi segnala un -1%, contro il -1,8% di novembre. "Il calo dei volumi di credito è conseguente al rallentamento della crescita economica che contribuisce a deprimere la domanda di prestiti", spiega il rapporto mensile dell’associazione bancaria. Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è al 4,53% (invariato rispetto a novembre 2024 e in calo sul 5,45% di dicembre 2023); il tasso medio sul totale dei prestiti è sceso al 4,45% dal 4,55% del mese precedente.

C‘è poi il consueto effetto fisco sui depositi bancari a dicembre, che sono cresciuti dell‘1,7% su base annua contro il +4,5% di novembre per effetto delle scadenze sui versamenti all’erario. Non mancano quindi le incertezze per le banche, dopo un 2024 di grandi utili, preoccupate anche dall’impasse sulle regole. "Basilea 3 plus, ovvero l’accordo degli organismi finanziari delle banche centrali dell‘Occidente, con l‘approvazione delle istituzioni, che è stato negoziato molti anni per prevenire ed evitare crisi bancarie e finanziarie, oggi è bloccato" spiega Patuelli.