Allungamento delle scadenze delle rate per contrastare l'effetto dell'aumento dei tassi sui mutui variabili. E' la proposta del governo che è già stata accolta dall'Abi. Un provvedimento che non convince Codacons, secondo cui le famiglie avrebbero da pagare costi aggiuntivi non trascurabili. Secondo quella che è l’ipotesi al momento allo studio, ecco cosa cambierebbe per chi ha un mutuo a tasso variabile.
Stessa rata, ma durata del mutuo più lunga
Le famiglie alle prese con il mutuo a tasso variabile potrebbero avere la possibilità di distribuire gli aumenti su un arco temporale più lungo, in modo da avere una rata uguale nel tempo. Un mutuo da pagare in dieci anni, per esempio, potrebbe essere allungato a 15, in modo da 'ammortizzare' gli incrementi. Alcuni istituti hanno già fatto da apripista, come il Banco Desio. Si è mossa anche Unicredit, che, da circa un mese, offre la possibilità ai propri clienti di una maggiore flessibilità nel rimborso dei mutui, grazie alla nuova edizione del programma 'Unicredit per l'Italia'. Chi ancora non ha già usufruito dell’opportunità, può infatti rimodulare senza spese il proprio mutuo, sospendendo per 12 mesi il rimborso della quota capitale, oppure riducendo l'importo della rata tramite l'allungamento della scadenza per un periodo fino a un massimo di quattro anni o eventualmente, previa valutazione creditizia, anche oltre.
Codacons: “No a costi aggiuntivi per i mutuatari”
La proposta del Governo di allungare la durata dei mutui non convince del tutto Codacons, che chiede «garanzie in favore dei cittadini che hanno acceso un finanziamento, i quali, a fronte di un contenimento della rata mensile, rischiano di subire una stangata sulla spesa relativa agli interessi da corrispondere agli istituti di credito». Secondo la simulazione fatta dall'associazione dei consumatori sulla base delle offerte presenti attualmente sul mercato, rischia di dover pagare quasi 3.500 euro l'anno in più chi ha un mutuo a tasso variabile per un importo di 120mila euro e una durata di 25 anni. Considerando infatti il Taeg del 4,38 per cento e un piano di ammortamento che prevede il pagamento di interessi per oltre 74mila euro, allungando il mutuo a 30 anni, la famiglia dovrebbe sborsare alla banca più interessi. Da 74mila salirebbero a oltre 91.500 euro, con un incremento di quasi 17.400 euro in appena cinque anni, ossia attorno ai 3.480 euro all'anno. «Se da un lato è evidente che servano misure per contenere la crescita delle rate mensili e contrastare gli effetti delle decisioni della Bce che pesano come un macigno sulla tasche di chi ha acceso un mutuo a tasso variabile, dall'altro – sottolinea il Codacons - serve garantire che qualsiasi provvedimento in tema di mutui non si trasformi in una stangata sul lungo termine per le famiglie che avvantaggerebbe unicamente le banche".
Di quanto sono aumentate le rate dei mutui
Con l'ultimo aumento dei tassi di interesse deciso dalla Bce, il 15 giugno scorso, le ricadute sulla rata per un mutuo tra i 125mila e i 150mila euro e durata 25 anni si traducono in un incremento che va dai 15 ai 25 euro al mese. Ma se si amplia l'arco temporale e si fa il confronto con quando il rialzo dei tassi è iniziato, nel 2022, la rata mensile è salita complessivamente, i conti sono di Codacons, dai 240 ai 320 euro mensili, che, in un anno, fanno un esborso aggiuntivo compreso tra i 2.880 e i 3.840 euro.