Bologna, 17 luglio 2023 – I continui rialzi dei tassi fanno scendere la domanda dei mutui immobiliari da parte delle famiglie italiane, il cui indebitamento sale e si attesta al 24 per cento. Chi ha già un mutuo acceso, inoltre, ha visto lievitare del 28% la rata mensile da saldare. È quanto emerge dal barometro mutui di Crif relativo ai primi sei mesi 2023.
La domanda di mutui immobiliari scende del 22,4%
I rialzi dei tassi si fanno sentire, con la domanda dei mutui immobiliari che, tra gennaio e giugno 2023, è scesa del 22,4 per cento rispetto allo stesso periodo 2022. Un dato che è comunque influenzato, spiega Crif, dal fenomeno delle surroghe. Queste ultime hanno subito una flessione del 30,8 per cento, mentre i nuovi mutui erogati si sono contratti del 21,6 per cento. Anche nel mese di giugno 2023 il trend è negativo, con la domanda che frena del -11,6 per cento.
La rata media dei mutui sale da 616 a 865 euro al mese
A causa dell’aumento dei costi dei mutui a tasso variabile, collegato all’incremento dei tassi, a marzo 2023 la rata è aumentata mediamente del 28 per cento rispetto ai minimi di metà 2022, con un picco del +40 per cento per i mutui sottoscritti da poco, con la rata media passata da 616 a 865 euro. Considerando gli ulteriori incrementi dei tassi di maggio (+0,75%) e giugno (+0,25%), le rate dei mutui sono oggi ancora più alti.
Famiglie sempre più indebitate
Per il 65 dei mutui in bonis, cioè senza rate scadute e non pagate, l’aumento dei tassi ha comportato un aumento del montante - calcolato in modo semplificato, come somma algebrica delle rate residue - tra gennaio 2022 e marzo 2023, nonostante le rate pagate nei 14 mesi trascorsi. Per i mutui più recenti, questo si è tradotto in un significativo aumento dell’indebitamento complessivo delle famiglie del 24 per cento in poco più di un semestre, pari a circa 34mila euro per contratto.
L'importo medio richiesto
Nel primo semestre 2023 le famiglie italiane hanno richiesto mutui di importo compreso tra 100mila e 150mila euro, in linea con il 2022 e per una quota sul totale pari al 30 per cento. Segue, al 25,9 per cento, la classe di importo tra 150mila e 300mila euro. Mediamente si richiedono mutui di durata tra i 25 e i 30 anni e, più in generale, per 8 richieste su 10 i piani di rimborso sono superiori a 15 anni, “a conferma – s legge nel barometro di Crif - della propensione delle famiglie a privilegiare soluzioni che pesino il meno possibile sul bilancio familiare”. Infine, la domanda di mutui arriva nella maggioranza dei casi (61,3% della richiesta) dalla fascia di età di persone tra i 25 e i 44 anni.
“L’innalzamento dei tassi di interesse fissati dalla Bce ha inevitabilmente frenato la richiesta dei mutui e, di conseguenza, le famiglie italiane hanno dovuto fare i conti con una perdita del potere d’acquisto che pesa inevitabilmente sulle decisioni di spesa - commenta Simone Capecchi, direttore esecutivo di Crif. “Gli effetti di un’inflazione persistente sui bilanci delle famiglie, in presenza di tassi d’interesse più elevati porteranno, dopo anni in cui il livello di rischio era stato molto contenuto, ad un peggioramento dei tassi di default. Le logiche di offerta degli ultimi anni e la domanda delle famiglie più prudente manterranno i tassi di default su valori inferiori alle passate crisi economiche, limitati anche da un livello di indebitamento delle famiglie che rimane basso (circa il 60% nel triennio di previsione), soprattutto se paragonato al resto d’Europa (94% nel 2022)”.