Sabato 21 Dicembre 2024
GIORGIO COSTA
Economia

Mutui, ci sono banche che hanno già tagliato i tassi

Le richieste di mutui sono in calo perché i clienti aspettano i taglio dei tassi da parte della Bce, ma ci sono alcune banche che hanno anticipato il calo del costo del denaro

Roma, 28 aprile 2024 – Le piccole banche aprono i cordoni della borsa per i mutui, le grandi li chiudono sempre più. E tutto questo mentre la dinamica dei tassi, da parte delle banche centrali, complice anche la tenacia dell’inflazione specie negli Usa, resta ferma e i tagli si ipotizzano per fine anno; con gli istituti di credito, specie quelli locali e di minori dimensioni, che tendono ad anticipare una prudente discesa dei tassi.

Mutui
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I numeri di MutuiSupermarket.it dicono che nel 2023 le erogazioni di mutui in Italia sono calate del 25%. Sia perché ci sono state meno richieste in attesa di tassi migliori, sia perché le banche hanno ridotto le erogazioni.

I dati, poi, mettono in luce una forte spaccatura tra le grandi banche che hanno ridotto di molto il ritmo dei finanziamenti e quelle di medio-piccola dimensione che invece, in alcuni casi hanno chiuso il 2023 con una crescita dei mutui erogati. In particolare, Intesa Sanpaolo, principale player di mercato, è scesa dai 15,1 miliardi di erogato nel 2022 a 8,7 miliardi nel 2023 con un calo del 47% e una quota di mercato che scende dal 27% al 21% del totale. Anche UniCredit ha ridotto le erogazioni da 4 a 1,6 miliardi con un calo, ancora più marcato, del 60%; in flessione, di circa un terzo, anche gruppo Bnl e gruppo Banco Bpm. In controtendenza invece Credit Agricole (+10%) con un erogato cresciuto a 4 miliardi, Credem (+20%) e Ing (+59%).

Così, come si vede, qualche banca ha preferito tirare i remi in barca, altri invece hanno deciso di prendere il mare e conquistare quote di mercato; del resto il 2023 è stato un anno difficile, caratterizzato anche dalla continua crescita dei costi dei mutui a tasso variabile.

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Tutto questo mentre la Banca Centrale Europea ha mantenuto invariati i tassi di interesse al loro attuale livello, con il tasso sui rifinanziamenti principali fermato al 4,50%, quello sui depositi al 4% e quello sui prestiti marginali al 4,75%. Questa decisione segna la quinta pausa dopo una serie di dieci rialzi consecutivi iniziati a luglio 2022. Nonostante le pressioni per un taglio dei tassi nel prossimo incontro, la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha sottolineato che ogni decisione sarà presa “meeting by meeting”, (basandosi sui dati validi), ed ha inoltre lasciato aperta la possibilità di un taglio dei tassi a giugno, se i dati sull’inflazione e sulla crescita economica lo permetteranno. In particolare, Lagarde ha evidenziato che non esiste un percorso prestabilito per i futuri tassi di interesse, sottolineando che le decisioni saranno guidate dalle dinamiche di fondo dell’inflazione; per contro, anche a causa della stretta monetaria, l’economia dell’area euro è rimasta debole nel primo trimestre del 2024, con un settore terziario solido ma una manifattura che lotta con domanda e produzione deboli. Da parte sua l’inflazione nell’area euro ha continuato a scendere, registrando un 2,4% a marzo, con il dato dei servizi che rimane elevata.

Le aspettative sono che l’inflazione “fluttui” nei prossimi mesi prima di stabilizzarsi verso il target del 2% fissato dalla Bce. Negli Usa, poi, la riduzione del costo del denaro difficilmente arriverà prima di settembre, e potrebbe anche non avvenire proprio entro fine anno, se non si attenuerà la spinta inflattiva che ancora è viva (+2,7% su base annua). La decisione di lasciare i tassi invariati era ampiamente attesa dai mercati, e l’annuncio di una potenziale riduzione a giugno ha spinto al ribasso i rendimenti dei titoli di stato europei. Gli analisti rimangono ottimisti riguardo alla possibilità di un allentamento dei tassi, con previsioni di un taglio complessivo di circa 100 punti base nel 2024. La decisione della Bce di mantenere i tassi d’interesse invariati rappresenta una fase di stallo comunque positivo nel nell’ambiente politico e monetario e la possibilità di un futuro allentamento, con un taglio dei tassi a giugno, potrebbe aprire nuovi scenari per il mercato immobiliare. E, come si accennava sopra, le banche, per favorire l’avvicinamento dei clienti al business dei mutui, tendono ad anticipare il calo dei tassi. “Certo, come tutti siamo un po’ in affanno – spiega Giuseppe Gambi presidente della Bcc ravennate, imolese e forlivese – sui mutui casa; tutti aspettano il calo dei tassi e rinviano l’acquisto della casa così come le imprese non corrono sugli investimenti, proprio nella prospettiva di poter pagare meno come tassi di interesse. Le banche però confidano nei tagli futuri della Bce e stanno già abbassando i tassi, anticipando le eventuali decisioni della Bce”.