Parlare apertamente del fallimento di Twitter, ovvero X, non è più un tabù per Elon Musk: "La triste verità è che non ci sono grandi 'social network' in questo momento – ha scritto sul suo profilo il miliardario sudafricano, Ceo di Tesla e Space X, nonché proprietario di Twitter/X da ottobre scorso –. Potremmo fallire, come molti hanno previsto, ma faremo del nostro meglio per far sì che ce ne sia almeno uno". Dichiarazione choc, anche considerando che un eventuale fallimento costerebbe a Musk almeno 44 miliardi di dollari, ovvero quanto ha sborsato per acquistare il social network lo scorso anno, senza contare le risorse che ha impiegato per far andare avanti X in questi mesi. Ma è davvero possibile che X (difficile abitarsi a chiamare così Twitter, ma ormai il cambio di nome è cosa fatta) scompaia dal panorama social? O è solo l’ennesima sparata dell’eclettico miliardario, che ogni giorno trova il modo di far parlare di sè?
Che Twitter non navigasse in buona acque non è certo una notizia: quando Musk l’ha comprata, la società aveva debiti per 18,5 miliardi (tant’è che dopo aver annunciato l’acquisto, nella primavera 2022, lo stesso Musk ha cercato di tirarsi indietro, rischiando di perdere una causa miliardaria). Da neo-proprietario ha parlato subito di possibile bancarotta: “Non posso escluderla”, diceva a metà novembre. Aveva già cominciato a tagliare migliaia di posti di lavoro, anche a scapito della qualità del servizio, a ridurre le spese in modo drastico, a introdurre le spunte blu a pagamento per trovare nuovi ricavi. E, cosa più drammatica, a perdere utenti e inserzionisti, impauriti dal cambio di rotta dei cinguettii (ma si possono ancora definire così, dopo che Musk ha sostituto ii logo storico e ricostituissimo dell’uccellino blu con il nuovo marchio di X?).
Una deriva, quella pubblicitaria, che è continuata implacabile: “Il nostro bilancio è ancora in negativo” ha scritto l’imprenditore in un tweet a metà luglio, rispondendo a un utente. Le cause: “Un crollo degli introiti pubblicitari di circa il 50% e il grosso peso dei debiti”. Con una conclusione per niente ottimista: ”Dobbiamo raggiungere un flusso di cassa positivo prima di poter fare qualsiasi altra cosa”.
Cosa vuole davvero fare il miliardario del suo costosissimo giocattolo? sicuramente ribaltarlo completamente, trasformandolo in “un’isola che non c’è”, almeno sul mercato occidentale: una piattaforma di microblogging multiservizi, non solo una piazza virtuale per le proprie opinioni (spesso più che discutibili): dai pagamenti digitali allo shopping, sulla falsariga del cinese WeChat. E tutte le mosse sono andate nel senso dello smantellamento: cambiare il nome e il logo è solo l’ultima e più visibile, in ordine di tempo.
Operazione che richiede certo tempi lunghi e fondocassa cospicuo. Ma davvero X non ha tutto il tempo e i denari necessari, e potrebbe fallire? Il proclama di oggi si presta anche ad un’altra lettura: la nuova sfida continua che Musk ha allestito contro Mark Zuckerberg. Della sfida ‘fisica’, il combattimento reale stile gladiatori ‘in una gabbia’ fra i due Ceo, si parla da settimane, con ben poche certezze. Intanto non è detto che si faccia veramente Zuckerbetg è esperto di arti marziali, Elon è un cinquantenne non proprio atletico. Di certo non sarà al Colosseo, ma è aperta la corsa ad altre location, Pompei ma non solo. E fin qui siamo ancora nel regno del chiacchiericcio.
Più concreta è stata la risposta di Zuckerberg, che di fronte alla crisi di X ha inaugurato da poco (sono negli Stati Uniti) un altro social network simil-twitter :Threads. Grande successo di pubblico nei primi giorni con 100 milioni di download dell’app, a cui è seguito un crollo nell’utilizzo, tant’è che Meta (la società madre di Facebook, Instagram, Whasapp e anche Threads) sarebbe pronta a lanciare anche la versione web, come scrive il Wall Street Journal. Uni dei principali ‘difetti’ della nuova piattaforma’, secondo molti utenti, sarebbe proprio quella di poterla utilizzare solo dall’app, una problematica a cui Meta sta trovando soluzione.
E qui torniamo al tweet odierno di Elon Musk: dire che non ci sono “grandi social network” è quasi un insulto verso Zuckerberg, che è proprietario di tre dei principali social. E quel “faremo del nostro meglio perché ne resti solo uno", significa indubbiamente che quell’uno sia X, non certo gli altri. Altro che il Gladiatore e la sfida nel Colosseo: questa volta Musk vuole diventare un immortale come Highlander: “Ne resterà soltanto”.