Sabato 27 Luglio 2024
Antonio Petrucci
Economia

Multe, come e quando fare ricorso

Ci sono diversi modi per contestare una sanzione ma spesso sono più costosi del pagamento dell’ammenda

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Una multa

Roma, 26 luglio 2024 –  Fra le sorprese più sgradevoli che si possano ricevere, paragonabile forse all'invito ad un matrimonio a Ferragosto, vi è quella di trovare una multa sul parabrezza, magari per una disattenzione alla guida o per responsabilità di amministrazioni comunali poco attente alla segnaletica. In ogni caso, solitamente si paga prima possibile, per ottenere il 30% di sconto (entro 5 giorni dalla notifica dell'infrazione, come previsto dall'art. 202 del Codice della strada).

Vi sono casi nei quali contestare la multa è la cosa migliore da fare, per provare ad ottenerne l'annullamento, qualora un giudice riconosca l'illegittimità della stessa. Per poter essere contestata e quindi annullata, una multa dovrebbe essere stata compilata in maniera scorretta da un agente di polizia municipale, oppure sprovvista di adeguata motivazione della sanzione. Vi è poi il caso in cui l'utente ammette la propria condotta scorretta, ma prova l'impossibilità di evitare tale atteggiamento, per motivi improrogabili, come parcheggiare in divieto di sosta per prestare soccorso, oppure superare i limiti di velocità per portare una persona in ospedale.

Ricorso al Prefetto

Il ricorso per una multa può essere presentato sia da colui il quale ha commesso l'infrazione, sia dal proprietario del veicolo, che potrebbe non coincidere con chi guidava, sia il proprietario chiamato in solido al pagamento, come ad esempio la società noleggiatrice. Ma a chi va fatta la contestazione? E' possibile presentarla entro 60 giorni dalla notifica, al Prefetto, come previsto dagli articoli 203 e 204 del Codice della strada, sia in maniera autonoma che avvalendosi di un legale. Occorrerà fare una Pec o spedire una raccomandata, ricostruendo l'accaduto, allegando il verbale in duplice copia, e inserendo copia di un documento di riconoscimento. Qualora non venga annullata o revisionata la sanzione, l'utente può decidere a sue spese di proseguire nel proprio iter di contestazione, rivolgendosi al Tribunale Civile. Ovviamente questo comporta altre attese e, spesso, l'utente decide di procedere al pagamento limitando i costi e accettando la sentenza che conferma la validità della sanzione. Se invece la contestazione verrà accettata, si otterrà l’annullamento della multa, senza dover affrontare alcuna spesa. Va ricordato comunque che qualora il ricorso dovesse essere rigettato, il destinatario della sanzione sarebbe costretto al pagamento raddoppiato della multa. Inoltre il Prefetto solitamente non risponde prima di 120 giorni, dunque sono da mettere in conto 4 mesi di attesa per un pronunciamento.

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Ricorso al Giudice di Pace

Ha invece dei costi fissi il ricorso a un giudice di pace, previsto dagli articoli 204 e 205 del Codice della strada, nella misura di euro 43 (se l’importo della multa è inferiore a 1.100 euro, altrimenti 98 euro per sanzioni fino a 5.200 euro, e 237 euro per multe fino a 26.000 euro), cui si deve sommare anche una marca da bollo da 27 euro. A questi 70 euro di spesa fissa, si aggiunge l’eventuale onorario dell’avvocato. L’accoglimento del ricorso per una multa, può risultare particolarmente utile e vantaggioso quando questo serva ad evitare che vengano comminate all’utente sanzionato pene di una certa gravità, come la decurtazione di punti dalla patente o il pagamento di somme rilevanti. Per non impelagarsi in complesse e spesso non vittoriose azioni legali, molti automobilisti preferiscono pagare la sanzione usufruendo del 30% di sconto, e provando a prestare più attenzione e ad essere più accorti alla guida, in modo da evitare altre multe. Nel 2023, come evidenziato dal sistema telematico del Ministero dell'Economia, in Italia sono state elevate sanzioni per 1.535 milioni di euro, in aumento del 6.4% rispetto all'anno precedente.