Mercoledì 13 Novembre 2024
ANTONIO PETRUCCI
Economia

Maxi multa per Meta in Corea del Sud: dovrà pagare 14 milioni di euro

Sarebbero stati raccolti e divulgati illegalmente dati sensibili. La sanzione arriva dopo 4 anni di indagini

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Mark Zuckerberg, Ceo di Meta (Ansa / Afp)

Roma, 11 novembre 2024 – L’attenzione sui dati personali è sempre più al centro di controlli governativi, dopo che una serie di indagini internazionali hanno appurato l’enorme business legato ad essi, soprattutto per il valore che hanno in tema di pubblicità personalizzate. L’ultima, grossa multa è stata comminata a Meta, ad opera dell’autorità di controllo per la protezione dei dati personali della Corea del Sud.

Meta sanzionata per 14 milioni di euro

21,62 miliardi di won (oltre 14 milioni di euro). A tanto ammonta la multa comminata ai danni di Meta, “per aver raccolto e divulgato illegalmente informazioni sensibili su quasi un milione di utenti”. La società madre di Facebook e Instagram, avrebbe dunque violato le leggi che regolano l’uso delle informazioni degli utenti, in tema di opinioni politiche, religione e preferenze sessuali, senza chiedere il consenso. E’ quanto ha dichiarato la Commissione asiatica, aggiungendo che “Meta ha analizzato i dati relativi al comportamento degli utenti sui social, in particolare i like alle pagine e gli annunci pubblicitari cliccati su Facebook, al fine di creare annunci mirati relativi a temi sensibili come le questioni di genere, l’omosessualità e i disertori della Corea del Nord, per poi condividere le informazioni con circa 4.000 propri inserzionisti senza una valida base giuridica”. Contestati inoltre i rifiuti dell’azienda alle richieste presentate da alcuni utenti, di accedere alle proprie informazioni personali.

Un’indagine lunga 4 anni

L’indagine, durata 4 anni, ha appurato che circa un milione di utenti sarebbe stato attenzionato senza accordi, precisamente fra luglio 2018 e marzo 2022, ignorando le leggi coreane, che sono molto scrupolose in tema di protezione e condivisione di dati personali.

L’ente di vigilanza ha sottolineato che Meta "non ha migliorato le funzioni di sicurezza di base sulla piattaforma, e ha menzionato in maniera vaga l’uso che avrebbe fatto dei dati, ottenuti comunque senza consensi specifici". Vengono inoltre contestate anche le scarse contromisure prese contro gli hacker, che utilizzano pagine inattive per falsificare le identità, reimpostare le password e accedere a dati personali. Meta nei prossimi giorni potrebbe comunque decidere di opporsi o rilasciare una nota, esprimendo la propria posizione in merito alla vicenda.