Domenica 22 Dicembre 2024
RITA BARTOLOMEI
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Economia

Muffa in casa, cosa fare e gli errori da evitare. L’esperto: ecco le conseguenze sulla salute

Matteo Montanari, microbiologo: il comportamento corretto negli edifici con cappotti da superbonus 110 e infissi super sigillanti

Muffa in casa: cosa fare (ma soprattutto cosa non fare)

Roma, 4 settembre 2023 - Muffa in casa, qual è il rischio per la salute di uomini e animali? E come regolarsi dopo aver realizzato il cappotto - ormai dilagante in Italia con i cantieri del superbonus 110 - e infissi sempre più sigillanti?

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Lo abbiamo chiesto a Matteo Montanari, microbiologo, esperto di biologia applicata ai beni culturali. Insomma l’uomo che sa come liberare abitazioni (e monumenti) da questa presenza dannosa.  In questi giorni sta lavorando sui beni archivistici alluvionati in Emilia Romagna. In quel caso bisogna combattere anche contro agenti patogeni importarti. “La muffa - premette l’esperto - è indice comunque di un microclima non ideale. E viene generata da condizioni di umidità e temperatura non  adatti al benessere umano”.

Muffa in casa: cosa fare (ma soprattutto cosa non fare)
Muffa in casa: cosa fare (ma soprattutto cosa non fare)

Quali sono le cause della muffa?

"Le cause sono davvero tante. L’umidità può essere generata all’interno da chi abita la casa, quindi ad esempio da cucine e docce. Può essere umidità di condensa che si forma per i ponti termici nelle zone più fredde delle murature. Oppure può essere provocata in seguito a infiltrazioni, percolazioni e rotture della muratura”.

Qual è il rischio per la salute di uomini e animali?

"Possiamo definire due tipi di rischio, uno più frequente e l’altro meno grave, dato da muffe xerofile, che crescono in condizioni di umidità relativamente poco elevata. Provocano fenomeni allergici, quindi asma o dermatiti. Poco gradevoli ma non portano effetti letali. Mentre ambienti ad alto tenore di acqua, soprattutto quando trovano materiale nutritivo a loro confacente tipo colle o cellulosa, fanno crescere muffe che possono essere anche più pericolose. Possono provocare infezioni a livello respiratorio e polmonare”. 

Come ci si difende?

"Intervenire a livello strutturale è l’unica soluzione vera – chiarisce Montanari -.  Acquistare biocida o deumidificatori non basta. Bisogna eliminare i ponti termici. Il cappotto serve proprio a questo. Ma deve essere fatto bene. Deve garantire l’assenza di muri freddi che possano generare condense. Se invece alla fine abbiamo ponti termici e non areazione dovuto agli infissi di oggi che sono a tenuta così stretta di aria e non apriamo le finestre, quella è la condizione ideale per arrivare alle muffe idrofile”.