Milano, 17 maggio 2018 - Il contratto di governo M5s-Lega è ancora in fase di limature, ma i primi effetti si cominiciano a sentire. Ne sa qualcosa Mps, che oggi ha registrato un crollo in Borsa dopo che il responsabile economico del Carroccio, Claudio Borghi, ha spiegato che uno dei punti prevede che la banca venga "ripensata in un'ottica di servizio". "In buona sostanza: abbandonare l'idea di farci i profitti vendendola a chissacchì e mantenerla come patrimonio del Paese", ha dichiarato il leghista. Affermazioni che gli investitori non hanno presa bene: il titolo è stato sospeso al ribasso e poi ha chiuso in perdita dell'8,8% a 2,92 euro (contro i 4,55 euro segnati al rientro in Borsa, il 25 ottobre).
Duro il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. "Le dichiarazioni dell'onorevole Borghi - ha detto -, insieme alle indicazioni fornite nella bozza di programma di Lega e M5S, hanno immediatamente creato una crisi di fiducia" sul titolo Mps. Si tratta di "un fatto molto grave che mette a repentaglio l'investimento effettuato con risorse pubbliche - ha proseguito il titolare del Mef -. Ho il dovere di ricordare a tutti gli attori politici che la fiducia si costruisce poco per volta, progressivamente, ma basta poco per distruggerla, tirandosi dietro i risparmi degli italiani che a parole si vorrebbero tutelare".
Togliere dai programmi la vendita di Mps, con cui lo Stato auspicava di recuperare parte dei 5,4 miliardi investiti nel salvataggio della banca, significa rivedere nel profondo il piano di ristrutturazione dell'istituto, che nel 2017 è stato concordato dal governo italiano, Bce e Unione europea. Serviranno quindi nuove contrattazioni. "Gli azionisti hanno assoluta libertà di decidere e valutare quello che ritengono più opportuno fare - ha commentato l'amministratore delegato di Montepaschi, Marco Morelli -. Noi abbiamo un piano, andiamo avanti su quello".
Ma i programmi della nuova (forse) maggioranza riguardano anche gli attuali vertici dell'istituto senese. "Non entra nel contratto - ha detto sempre Borghi - ma è abbastanza probabile, quasi naturale" pensare a un cambio della governance. "Ma è inutile mettere nel contratto: 'E poi cambiamo l'amministratore delegato'", ha aggiunto. Parole, queste, su cui Morelli ha glissato: "L'obiettivo mio, del management e della banca è quello di ottenere più velocemente possibile dei buoni risultati. Il primo trimestre del 2018 è un primo passo molto molto rilevante ma la strada è molto lunga".