Giovedì 20 Febbraio 2025
Simone Arminio
Money Vibez

Money Vibez Stories: Maurizio Marchesini presidente di Marchesini Group

Interviste esclusive a imprenditori e leader aziendali per svelare segreti, sfide e successi del business in Italia

Ritorna a Bologna Money Vibez Stories, il vodcast di Qn Quotidiano Nazionale dedicato alle imprenditrici e agli imprenditori italiani. Un format agile e colloquiale, ideato per discutere i temi del lavoro, della finanza, delle tecnologie e dell’impresa con la semplicità e il linguaggio diretto di una chiacchierata.

Dopo le puntate con Gianluca Pavanello, amministratore delegato di Macron, e del presidente esecutivo di Dompè farmaceutici, Sergio Dompè, intervistato dalla direttrice di Qn Quotidiano Nazionale, Agnese Pini, nella sede de Il Giorno a Milano, ecco  la puntata registrata a il Resto del Carlino con il presidente di Marchesini Group e vicepresidente nazionale di Confindustria, Maurizio Marchesini. Al centro della discussione c’è il mondo del packaging, le aziende – un’eccellenza italiana nel mondo –, pensate per confezionare farmaci, il cibo e molto altro.

"Tutti hanno in tasca o in casa un blister – è l’ironica osservazione di Marchesini – anche quando non sanno di che si tratti”. Ma la discussione è passata poi al mondo delle imprese familiari e al rapporto tra genitori e figli in azienda, un percorso accidentato e diviso tra legittime aspirazioni e doveri a cui assolvere. C’è poi il tema del mondo del lavoro, stretto tra benessere e mansioni. “Allo smart working, che per noi ha l’iniquità di dividere l’operaio dall’impiegato, perché il primo non può portarsi la catena di montaggio a casa, io preferisco le tante forme di welfare che da tempo sperimentiamo, come la possibilità di portarsi a casa dalla mensa aziendale anche la cena per tutta la famiglia, una cosa che faccio anche io”.

E le nuove tecnologie? "L’intelligenza artificiale è uno strumento potente e con alcuni lati oscuri. Non possiamo ignorarla, la sfida è imparare ad usarla senza essere usati”.

C’è spazio infine per attività come l’azienda che da anni, Marchesini e altri competitor hanno aperto in carcere a Bologna: "La trattiamo come una filiale vera e propria, con tanto di visite quotidiane alla produzione, cena aziendale a Natale e un contratto che il detenuto conserverà all’uscita presso una delle aziende consorziate. Un impegno concreto e necessario, “perché per loro il vero ostacolo non è la detenzione ma cosa fare una volta fuori”.