Villois
Sussurri e grida del comparto del lusso. Il gigante francese Kering allarma i mercati con un profit warning, facendo capitolare altri grandi griffe ma intimorendo poco o nulla la marcia trionfale di Hermes, numero uno al mondo della moda, insieme a Chanel (non quotato) e Dior, a sua volta facente parte della gigantesca scuderia del globo del lusso, Lwmh, con 90 miliardi di fatturato e un utile netto di 16 miliardi, anch’esso poco destato dal problema. Nel caso il comparto della moda e del lusso dovesse avere una possente inversione di tendenza, si creerebbe un gran problema per l’economia europea e soprattutto transalpina e italiana. Da noi moda e comparto del lusso determina oltre 350 miliardi di giro d’affari, grazie soprattuto alla straordinaria filiera, costituita però da piccole imprese, il cui terminale sono in primis proprio le case francese. A tranquillizzare gli animi ci sono molteplici fattori che escludono, se non per fenomeni straordinari di inusitata rilevanza, che si corra il rischio di vedere demolita la domanda del comparto del lusso. Nel mondo sono oltre 60 milioni i multimilionari di dollari ed euro: essi posseggono il 40% dell’intera ricchezza finanziaria, mobiliare e immobiliare. I titoli quotati a Parigi e New York, grazie soprattutto alle scuderie Lwmh ed Hermes, che da soli capitalizzano oltre 800 miliardi di euro, arrivano a superare 1,5 trilioni di dollari. Queste ricchezze alimentano a loro volta un benessere, certamente graduato in rapporto ai ruoli ricoperti, per centina di milioni di occupati che sono in continua crescita. Basteranno i dati del primo trimestre 2024 a risollevare le sorti dei titoli? Difficile dirlo, ma sicuramente nell’intero anno ci riusciranno.