Un multiscafo di 17 metri con il comfort di un monoscafo, consumi di carburante ridotti, un layout che esalta gli spazi disponibili e un profilo stilistico e funzionale che rivela un know how fortemente italiano. Ed eccolo l’M7, motor yacht di ultima generazione e gioiello di ’Prestige’, scintillante brand della galassia del Gruppo Beneteau, colosso della nautica da diporto e holding dall’anima decisamente francese ma con un forte connotazione ’italienne’ se è vero che alcune delle sue barche più innovative proprio di Prestige escono dal complesso cantieristico di Monfalcone.
Certo, per ammirare l’M7 e vederlo in acqua bisognerà attendere l’edizione 2025 del Cannes Yachting Festival e per conoscere dettagli tecnici più precisi sarà necessario aspettare il prossimo ’Boot Dusseldorf’. Ma la genetica è già intuibile. Lo conferma Andrea Cragnotti, direttore commerciale mondo del marchio per motor yacht sopra i 60 piedi: "Il mantra della nostra maison è dichiarato: produrre barche capaci di stupire rispetto a quelle dei competitor. E per riuscirci, partiamo da una convinzione: la sorpresa deve essere a bordo".
In anni recenti lo si era già notato nel Prestige 500 (poi diventato ’520’) che per la prima volta prevedeva accessi distinti per andare in sottocoperta: uno per il proprietario, un altro per gli ospiti. Per non parlare della cabina armatoriale a tutto baglio (già prevista per M48 e M8 e confermata per l’M7) e della soluzione di unire i due ponti non solo a livello del salone ma anche a quello della cabina armatoriale sfruttando la maggiore altezza sull’acqua. In sostanza, i nuovi multiscafi a motore Prestige sono meno larghi degli altri eppure riescono a presentare spazi razionali e sapienti. E si tratta di novità che diventeranno ancora più evidenti nell’M7, barca su cui Prestige sembra evidentemente scommettere, potendo contare sulla potenziata capacità produttiva del cantiere italiano ma anche sull’accresciuta domanda di catamarani.
Una tendenza motivata: consumano meno; e rispetto al passato sono più confortevoli e rivelano uno standard qualitativo più elevato, elementi diventati quasi identitari del marchio Prestige. Perché se è vero che l’uniformità è nemica dell’innovazione, gli azzardi non fanno breccia in acquirenti high spender poco portati all’esibizione e all’ostentazione. In questo senso, è illuminante il profilo del cliente Prestige: ha già avuto esperienza con la nautica da diporto; ama navigare con la famiglia e gli amici; predilige un prodotto timeless quindi non modaiolo; e se è esigente sul design non lo desidera estremizzato. Come dire: i nuovi armatori rivelano un interesse esplicito per il lusso in versione sobria; ma anche un’attenzione alla sostenibilità non di facciata, aspetto recepito da Prestige ad esempio con l’introduzione di batterie al litio ricaricabili anche tramite i pannelli solari che sull’M8 e presto sull’M7 permettono di sostare per lunghe ore con le utenze in funzione senza dovere accendere motore o generatore.
Di qui la narrazione commerciale del brand che tiene in considerazione anche il coté visionario e sentimentale della nautica da diporto. Lo ripete lo stesso Cragnotti, instancabile globetrotter per scelta e professione (le sue mete preferite: Grecia e Spagna) ma anche appassionato cultore di leggende musicali. Tanto da citare come metaforico del marchio che lui dirige un passaggio del brano Badlands di Bruce Springsteen: ’Talk about a dream. Try to make it real’. Traduzione libera: ’Le belle barche sono tra le poche cose simili ai sogni che noi uomini possiamo costruire’.