Sabato 21 Dicembre 2024

Nel segno di Fangio dalle Ande agli Appennini

Il giovane pilota argentino Franco Colapinto debutta in Formula Uno, evocando le radici italiane di Juan Manuel Fangio. Leo Turrini racconta come il leggendario Fangio abbia ispirato Horacio Pagàni a creare le sue supercar in Emilia, aprendo la strada per nuove storie nel mondo dell'automobilismo.

Il pilota argentino della Williams Franco Colapinto (Photo by Lillian SUWANRUMPHA / AFP)

Il pilota argentino della Williams Franco Colapinto (Photo by Lillian SUWANRUMPHA / AFP)

di Leo

Turrini

Recentemente ha debuttato sulle piste della Formula Uno un giovanotto argentino: si chiama Franco Colapinto, ha intuibili radici italiane ed è l’ennesimo aspirante alla eredità del leggendario pilota della Pampa. Mi riferisco a Juan Manuel Fangio, cinque volte campione del mondo nei Gran Premi anni Cinquanta, asso conteso fra Ferrari, Maserati e Mercedes. Ne parlo qui, di Fangio, perché poi sanno che a lui, eroe di un automobilismo romantico e spietato, dobbiamo la presenza in Italia di un costruttore di rarissime supercar. Horacio Pagàni! Il papà della mitica Zhonda, vettura da sogno recentemente riproposta nella versione finale, con il modello suggestivamente denominato ’Arrivederci’.

Il geniale Pagàni realizza i suoi gioielli su quattro ruote nel cuore della provincia modenese, a San Cesario sul Panaro. Ma come è arrivato fin qui? Semplice: per merito di Fangio! Horacio era un giovanissimo innamorato di sogni a motore nella sconfinata Argentina. Un giorno confidò le sue oniriche speranze proprio al mitico Juan Manuel. Che non si sottrasse al ruolo di prestigioso consigliere. "Se vuoi realizzare i tuoi progetti – disse il vecchio Fangio all’imberbe Pagan –i, devi attraversare l’Oceano. Devi andare in Italia. Devi andare in Emilia. Devi calarti nelle atmosfere irripetibili della Terra dei Motori".

Quel suggerimento conteneva il seme di una profezia. Horacio ha rovesciato il racconto di Edmondo De Amicis: dalle Ande agli Appennini, con tutto quello che è venuto poi e che ancora verrà. Ora, provate ad immaginare che il Colapinto dal quale siamo partiti abbia la stessa sorte di Fangio negli autodromi di Formula Uno. Auguri, per carità. Ma se poi dicesse ad un nuovo Pagàni: ragazzo, se vuoi costruire auto da favola devi andartene in Italia, in Emilia, ecco, una storia del genere sarebbe replicabile, nel nostro confuso e convulso presente? Forse, è malinconicamente lecito dubitarne (e non per colpa di Colapinto, eh).